Home Approfondimenti IL FENOMENO “THE WITCHER”: TRA LETTERATURA, VIDEOGIOCHI E TELEVISIONE

IL FENOMENO “THE WITCHER”: TRA LETTERATURA, VIDEOGIOCHI E TELEVISIONE

written by Giulia De Filippo Febbraio 15, 2018

Geralt, “The Witcher 3: Wild Hunt”

La parola contaminazione si sta facendo largo, poco a poco, ma con una prepotenza inclemente, nel mondo dei media. In un periodo in cui le idee originali sembrano solo un miraggio, riadattare altri lavori in prodotti audiovisivi sembra una soluzione facile, nonostante sia un processo lavorativo che nasconde parecchie insidie. All’interno di questo ambito, ha avuto sicuramente uno sviluppo interessante la saga dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski, “The Witcher”. Con delle storie, inizialmente racconti autoconclusivi trasformatisi poi in un’effettiva serie di romanzi, pubblicate dall’inizio degli anni novanta. “Le avventure del cacciatore di mostri Geralt di Rivia” raggiungono il successo nel 2007, quando la software house CD Projekt RED rilascia il primo videogioco per PC ispirato alla saga. In realtà le vicende narrate nei videogiochi sarebbero da considerare una sorta di “sequel” delle vicende narrate nelle prime serie di racconti e rappresentano un filone non esattamente apprezzato dallo scrittore polacco che, secondo voci di corridoio, avrebbe ceduto i diritti per la realizzazione dello stesso per un prezzo irrisorio. Nonostante le perplessità dell’autore, le avventure del Witcher (termine che in italiano potrebbe essere tradotto con strigo) hanno acquisito un successo sempre maggiore grazie ai due titoli successivi: The Witcher 2: Assassins of Kings (2011) e il più recente The Witcher 3: Wild Hunt (2015) che, anche grazie alla versione multipiattaforma, ha conquistato definitivamente pubblico e critica. E questo successo non è passato inosservato, attirando addirittura l’attenzione di Netflix che ha messo in cantiere una serie tv ispirata alla saga, scegliendo come showrunner Lauren Schmidt, che ha prodotto e scritto per la piattaforma online serie di successo come “Daredevil” e “The Defenders”. Le riprese del pilot dovrebbero cominciare a breve, ma i fan sembrano quanto meno dubbiosi, visti i mediocri risultati dei prodotti cinematografici e televisivi che si ispirano a saghe videoludiche. Ma prima di esporre i problemi in cui la produzione potrebbe incappare, un piccolo approfondimento sulle vicende e sui personaggi è necessario per capire meglio la portata del progetto.

Un witcher è un umano che subisce una mutazione grazie al “Rito delle Erbe”, che conferisce basilari poteri magici, sensi ultra-sviluppati e una notevole capacità fisica e che trascorre la vita viaggiando per il mondo, eliminando mostri e spezzando incantesimi previo compenso.

Netflix

Geralt di Rivia rispetta molti dei canoni dei witcher: super partes, cinico, tendenzialmente asociale; ma allo stesso tempo un personaggio dai valori saldi e di animo nobile che lo portano a fare scelte non sempre in linea con la sua “professione”. Un personaggio incredibilmente complesso che si circonda di persone altrettanto ricche di sfaccettature e che sono personaggi ricorrenti nei videogiochi e nei libri: la Loggia delle Maghe, nella quale spiccano Yennefer e Triss, il bardo Dandelion, la giovane Shani e il nano Zoltan. Questi sono solo alcuni dei nomi più ricorrenti, ma l’intera saga si presenta come un pot-pourri di popoli, ambienti, eserciti, fazioni politiche ed elementi mitologici che rendono il mondo di The Witcher uno dei più complessi universi fantastici esistenti.

Da qui una dei problemi maggiori in cui potrebbe incorrere la produzione; il nostro protagonista fa del viaggio il suo mestiere, potremmo dire, e riuscire a rappresentare ogni popolazione da lui incontrata e ogni luogo da lui visitato nel modo giusto sembra un’impresa ardua: i clan delle isole Skellige, le ormai desolate terre di Velen, la fortezza di Kaer Morhen.  Altro fattore che desta preoccupazione è la quantità di effetti speciali necessari per un prodotto del genere: le terre solcate da Geralt pullulano di mostri di ogni genere e il bestiario che ne viene fuori è un massiccio insieme di ogni tipologia di creatura, dai vampiri ai grifoni, passando per ghoul e spettri. Anche il solo pensare di riuscire a realizzare in maniera decente un tale numero di mostri sembra un’impresa titanica e tutt’altro che facile.

Un altro degli elementi che hanno reso la saga videoludica di The Witcher tanto apprezzata è la possibilità per il giocatore di fare scelte, di ponderare una serie di opzioni e di determinare quella che sembra più giusta o più sicura o meno problematica; scelte che poi avranno non poche ripercussioni nella direzione che il gioco prenderà e nel finale che verrà presentato. Stiamo parlando di una delle parti più interessanti del videogioco e doverlo snaturare per farlo diventare una serie tv lineare ha fatto storcere il naso a qualcuno. Ma mai quanto il caos generato in attesa del casting.

The Witcher: wallpaper ufficiale per celebrare il 10° anniversario della serie

Affermiamo senza troppi problemi che Geralt è ben lontano dagli standard degli eroi fantasy: non sembra esattamente un giovincello, ha i capelli grigi, voce rauca e, nonostante abbia un fisico di tutto rispetto, dimenticatevi Aragorn. I fan hanno proposto qualche nome, ma nessuno sembra veramente convinto perché, a dirla tutta, immaginare il protagonista diverso dalla versione del videogioco, poi estesa anche alle copertine dei libri, sembra impensabile. Problema del casting che potrebbe ulteriormente complicarsi nel momento in cui si tengono in conto le decine di personaggi che negli anni si sono affiancati al nostro eroe e che hanno ormai trovato un volto connotativo nella saga videoludica. Il rischio di ricevere le stesse reazioni negative ottenute dal “Ghost in The Shell” che ha sostituito la Kusanagi della versione animata con Scarlett Johansson è tutt’altro che trascurabile. Per ora però le nostre speculazioni non possono andare oltre, la stesura della sceneggiatura dell’episodio pilota è stata ultimata. Non possiamo fare altro che attendere le rivelazioni del cast che, considerando l’aura di segretezza che avvolge i progetti Netflix, potrebbero arrivare anche a riprese già iniziate. Noi speriamo in una buona storia e in una nuova e avvincente serie fantasy, magari al pari di Game of Thrones, ma solo il tempo potrà dare risposte ai nostri dubbi.

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