Home Approfondimenti “HARRY POTTER: RETURN TO HOGWARTS” – UN TUFFO NEL PASSATO LUNGO VENT’ANNI.

“HARRY POTTER: RETURN TO HOGWARTS” – UN TUFFO NEL PASSATO LUNGO VENT’ANNI.

written by Redazione Gennaio 10, 2022
HP- return to Hogwarts - copertina

A cura di Marianna Piras e Stefania Sottile

Una delle ragioni per cui ammiro tanto JKR è che la leggevano milioni di persone che non avevano mai preso in mano un libro. All’improvviso è stato chiaro il potere della scrittura. (Robbie Coltrane alias Hagrid)

Non è mai facile dire addio ai personaggi che abbiamo amato su carta o al cinema e l’anno appena passato, in questo senso, ci ha aiutato moltissimo.

Per i nostalgici degli anni ’90, di cui mi onoro di fare parte, il 2021 ha portato una reunion di Friends e un reboot di Sex and the city – con tutta la loro valanga di nostalgia – ma per noi che siamo appassionati di fantasy, il Capodanno ha portato finalmente la reunion del cast del nostro maghetto preferito.

Perché, vedete… Harry Potter non è stato solo una saga narrativa e cinematografica, per molti è stato un riconoscersi in qualcuno, in un modo di essere, è stato un identificarsi.

E poi trova questo mondo segreto di personaggi, strampalati, di disadattati, di persone che hanno strani poteri, ma anche grande umanità, profondità e fragilità. I film hanno autorizzato le persone ad accettare alcune parti di sé. (Evanna Lynch alias Luna Lovegood)

Sulla copertina della mia edizione di Harry Potter e la Pietra Filosofale c’è una frase di JK Rowling che mi ha sempre colpito: “Mi ricordo benissimo dei miei undici anni: a quell’età si è del tutto impotenti. Ma i bambini hanno un mondo segreto che per gli adulti sarà sempre impenetrabile”. Mi piace pensare che attraverso HP quel mondo sia stato meno impenetrabile, perché Harry Potter è stato un ponte tra generazioni, perché è davvero piaciuto a tutti e tutti ancora ci ricordiamo come e quando siamo venuti in contatto con la saga, con chi abbiamo visto i film, dove eravamo quando abbiamo letto o visto un passaggio particolare.

Il senso di appartenenza cresceva guardando i personaggi che non lo avevano. (Emma Watson alias Hermione Granger)

Ci siamo identificati in una casa che ci portiamo appresso ancora oggi, a distanza di due decenni, esattamente come i maghi e le streghe della saga. Ognuno di noi ha un suo romanzo e film preferito, ognuno di noi ha apprezzato o criticato alcune scelte dei registi e degli sceneggiatori, uscendo quasi mai totalmente soddisfatto dal cinema. A me ancora non va giù il taglio della storyline del C.R.E.P.A.… Chi è Corvonero, resta Corvonero per sempre, così come i Serpeverde, i Tassorosso e i Grifondoro.

Nessuno ha dovuto convincermi ad arrivare fino in fondo. I fan volevano il nostro successo e noi ci sostenevamo a vicenda. Non è fantastico? (Emma Watson alias Hermione Granger)

Per non parlare della sorpresa che si prova nello scoprire che una persona che conosci è appassionata della saga, fatto che subito ci bendispone nei suoi confronti. Quello che Harry Potter ha saputo fare, come viene detto molto bene nello speciale, è stato far prendere in mano un libro a tantissimi ragazzi e adulti che non leggevano, appassionarli a una storia, a un nuovo mondo fantastico, a dare vita a tutto un fandom tra i più vasti e variegati che si siano mai visti.

Credo che la generazione dei miei figli farà vedere i film ai suoi figli. Quindi, è probabile che li vedranno ancora tra 50 anni. Peccato che io non ci sarò, ma Hagrid ci sarà! Sì! (Robbie Coltrane alias Hagrid)

Questa è la vera magia. Per questa Redazione poi, Harry Potter è stato ciò che ci ha unito, perché è grazie a lui che ci siamo conosciuti e siamo diventati amici, a dimostrare che anche tra case differenti possono nascere grandi legami.

Essere disadattati è fantastico. Forse per questo va così di moda. Tutti hanno bisogno di appartenenza. È un grande sollievo dalla solitudine. (Helena Bonham Carter alias Bellatrix Lestrange)

Ma veniamo alla reunion… Ammetto che ci sono stati dei momenti davvero molto complicati, a livello sentimentale, fin dall’inizio. Vedere le lettere arrivare, il binario con l’Hogwarts Express, è stata davvero dura. Il percorso si snoda attraverso la creazione degli otto film, con man mano Daniel Radcliffe che ci fa da guida incontrando alcuni dei membri del cast, ad esempio Gary Oldman e Helena Bonham Carter.

Con il cast dei film di Potter, ci siamo rivisti… Sì, è questo che l’ha resa più di ogni altro aspetto, l’ha resa un’esperienza speciale. (Gary Oldman alias Sirius Black)

Ma il fulcro è, ovviamente, quello della lunga chiacchierata del “Golden Trio”, Daniel, Emma e Rupert, in cui vengono raccontati non solo aneddoti, ma sensazioni dei tre protagonisti nel girare i vari film. Rupert, per esempio, ammette che definisce le fasi della sua vita in base a quale film stava girando, mentre Emma racconta nel dettaglio le sue sensazioni mentre aveva una cotta per Tom Felton il quale, ammette a sua volta, che con Emma avrà sempre un legame speciale.

Inoltre, vederli raccontarsi ha permesso al pubblico di identificarsi con le loro ansie, paure, disagi annessi al lavoro di produzione ma soprattutto di crescita personale.

Forse ognuno affrontava queste crisi con i propri tempi e mai tutti nello stesso momento. Non ci era mai venuto in mente che anche gli altri avessero queste sensazioni. (Rupert Grint alias Ron Weasley)

È stato coinvolgente ascoltare le parole dei registi e degli attori in merito agli adattamenti cinematografici, non sempre coerenti con la storia narrata nei libri da JKR. Cambiamenti che spesso sono stati criticati, mentre altre volte elogiati come, ad esempio, la rappresentazione dei Dissennatori.

La descrizione di JKR dei Dissennatori è spaventosa. E io volevo riuscire a trasmettere l’idea che i Dissennatori succhiavano via tutta la gioia delle persone. (Alfonso Cuarón, regista Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban)

L’excursus narrativo, la costruzione della storia, il passaggio da ambientazioni fantastiche a toni cupi, claustrofobici, a sensazioni contrastanti e scelte da compiere. La lotta tra il bene e il male, il coraggio di affrontare i propri demoni per il bene del mondo magico stesso. Il modo in cui i piccoli attori crescono insieme ai propri personaggi e scoprono i sacrifici e la perdita.

All’improvviso, succede qualcosa di inaspettato e terribile. E all’improvviso, ci si accorge che il film non parla di vita, ma di morte. (Mike Newell, regista Harry Potter e il Calice di Fuoco)

Sentir parlare anche i registi, ha permesso di ricordare alcune trasposizioni non proprio coerenti con la narrazione, scelte volute ma tra le più criticate dai fan. Per citarne una, lo scontro finale tra Lord Voldemort e Harry Potter. Scontro in cui, di fatto, il Signore Oscuro viene definitivamente sconfitto.

[…] Ma io volevo un’immagine più terrena, intensa e viscerale. I due avversari sono legati spiritualmente tra loro, per via degli Horcrux […] La loro profonda connessione, presente in tutti i libri e i film, viene resa visivamente prima che atterrino nel cortile. […] Dovevo portarla all’apice e creare un finale significativo, che risuonasse, che fosse memorabile. (David Yates, regista Harry Potter 5-6-7)

Ma oltre a giustificare alcune scelte, è stato divertente apprendere come tutti i giovani attori erano coinvolti con giochi, risate e quant’altro perché, di fatto, erano pur sempre dei bambini. Come tali, avevano voglia di divertirsi ed è stato eccezionale l’impegno di tutti i professionisti interessati per mantenere la loro attenzione, come raccontano molti di loro. Ed è crescendo con i propri personaggi che crescono anche loro, sviluppano la propria identità personale.

Quello che Harry Potter mi ha donato, sia come storia sia per aver partecipato, è avermi aiutato a capire chi non sono. E da lì ho potuto capire chi sono. (Matthew Lewis alias Neville Paciock)

Ho trovato molto interessante anche capire come i vari attori raccontino il loro approccio al personaggio che hanno interpretato, di come abbiano voluto dare anche il loro contributo per crearlo visivamente, in particolare Jason Isaacs e Ralph Fiennes, che hanno avuto il difficile compito di impersonare due grandi cattivi. Anche molto interessante il punto di vista degli interpreti sulle ragioni, probabili, dei loro esseri.

Un bambino che non ha ricevuto affetto, l’amore di un genitore o di un adulto che ti dà sicurezza rischia di sviluppare rabbia e odio verso il mondo e di cedere al male. (Ralph Fiennes alias Lord Voldemort)

Un momento che ho trovato davvero molto esilarante è il confronto tra Tom Felton ed Helena Bonham Carter, quando Helena racconta che chiaramente le bacchette non funzionano, ma che è rimasta stupita quando, al suo movimento della bacchetta, la capanna di Hagrid ha preso fuoco. La sua reazione è stata del tutto imprevista, ma tanto coerente col personaggio di Bellatrix da rimanere nel film.

Quando mi hanno offerto il ruolo, Joe mi ha mandato un messaggio misterioso: “Non hai apparizioni frequenti, ma giocherai un ruolo significativo”. (Helena Bonham Carter alias Bellatrix Lestrange)

Altro momento molto divertente è quando Tom Felton ammette che da bambino non aveva idea di recitare con alcuni fra i mostri sacri del cinema e pensava che facessero tutt’altro. Ciò che viene fuori è l’immagine di un set in cui si respirava un’aria buona, serena, familiare, in cui i giovani attori sono cresciuti e hanno creato dei legami.

Spezza le catene con la sua orribile famiglia, con ciò che tutti si aspettano da lui. […] portava sullo schermo quel conflitto interiore in tutte le sue sfumature e complessità […] È stato davvero impressionante. (Jason Isaacs alias Lucius Malfoy)

Questo viene fuori benissimo nel momento in cui si riunisce la famiglia Weasley, con i due gemelli e Bonnie Wright che affermano che il set era davvero una grande famiglia, ma per loro era di conforto in qualche modo avere ed essere una famiglia al suo interno.

Quando eravamo insieme, era tutto così spontaneo. Eravamo una famiglia. (Mark Williams alias Arthur Weasley)

Abbiamo assistito alla crescita e soprattutto all’evoluzione di molti personaggi che, specie nei libri, affrontano le proprie paure a testa alta, imparando a lottare per la propria libertà. Ed è stato coinvolgente vederli parlare di tutte le emozioni che hanno condiviso.

Credere in infinite possibilità è una visione della vita splendida e creativa. (Evanna Lynch alias Luna Lovegood)

La commozione è stata davvero tanta, in modo particolare nel momento in cui sono stati ricordati i tanti protagonisti che ci hanno lasciato nel corso del tempo. Primo fra tutti Alan Rickman, che nessuno di noi potrà mai dimenticare e unico a sapere come si sarebbe evoluta la storia. Il suo è stato, probabilmente, il personaggio più complesso da interpretare, più sfaccettato di tutti e, sicuramente, determinante. Ma anche quando Tom Felton ha ricordato Helen McCrory, interprete di Narcissa Malfoy.

Mi ha insegnato molto […]. Aveva la capacità di mostrare tutta la sua empatia con lo sguardo. Ed era un vero piacere lavorare con lei. (Tom Felton alias Draco Malfoy)

Un po’ mi è dispiaciuto non vedere alcuni degli attori, per citarne alcuni Julie Walters, Maggie Smith e Michael Gambon, sapere per esempio da quest’ultimo come gestire il confronto con Richard Harris e il “suo” Silente. Avrei anche voluto vedere qualche scena in più tutti assieme nella Sala Grande ma, come ho detto sopra, non siamo mai usciti del tutto soddisfatti dal cinema perché di Harry Potter non ne abbiamo mai abbastanza ed è talmente bello ciò che è uscito dalla penna della Rowling che è difficilissimo restituircelo così altrettanto perfetto.

Non vedo l’ora di vedere i film con i miei ipotetici figli, in futuro. (Daniel Radcliffe alias Harry Potter)

È stato un viaggio indietro nel tempo che ci ha fatto rivivere sensazioni davvero magiche, profonde, importanti, un modo per iniziare l’anno con un sorriso e qualche lacrima di nostalgia.

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