Lasciate che vi racconti una storia…
L’Associazione Culturale Universo Fantasy nasce per diffondere la letteratura fantasy come strumento socio-educativo.
Lo fa attraverso le storie fantasy, per aiutare gli altri sotto vari aspetti psicosociali servendosi anche dei canali di formazione.
Come ogni associazione, abbiamo una Mission e da anni lavoriamo su tutto il territorio Nazionale per portare benefici a chi si affida a noi, alla nostra professionalità ma, soprattutto, alla nostra passione.
Questo lo sapete già da tempo, ma oggi vorrei ampliare il discorso per parlarvi dell’importanza che hanno tutte le Associazioni nei diversi settori di attività.
E lo farò partendo da una mia esperienza che, grazie a una di queste associazioni che come Universo Fantasy si impegna da anni, è stata meno disastrosa di quanto avrebbe potuto essere.
Per me è stato un evento angoscioso, ma ho avuto la fortuna di essere accompagnata da una serie di persone che mi hanno aiutato ad affrontarla al meglio delle loro capacità.
Quando sei un genitore e vivi un’esperienza di ricovero in pediatria, il tuo cuore e la tua mente si aggrappano in primis alla speranza.
La speranza che arrivino presto i risultati degli esami con una diagnosi, così da poter aiutare il tuo bambino.
Quando è così piccolo da non parlare ancora ed esprime il proprio malessere solo con un pianto disperato e straziante, tutto questo diventa fondamentale.
Le emozioni si amplificano, il cervello lavora su molteplici variabili, hai la testa piena di domande mentre cerchi in ogni modo di capire cosa stia accadendo e soprattutto il perché.
Lo stress psicofisico sale in modo vertiginoso e non importa quanto tu possa essere stanco e spaventato: devi essere sempre sveglio e pronto ad accudire il tuo bambino.
Tu sei la sua àncora, sei chi che si prende cura di lui.
Sei la sua mamma, sei il suo papà, sei il suo tutto.
La speranza prima e la scienza dopo, ma insieme per fronteggiare l’emergenza.
Un’esperienza in un reparto pediatrico che si protrae per diversi giorni ti aiuta a conoscere una realtà di cui altrimenti non sapresti nulla, perché se ne parla poco o niente.
La si può immaginare, forse, ma neanche più di tanto, perché ognuno ha la sua storia di cui occuparsi.
Le giornate sembrano infinite, passate ad attendere gli esiti e i risultati degli accertamenti; tutto è strano, tutto è alieno, ogni valore è costantemente misurato mentre cerchi solo di distrarlo.
Il dolore dei bambini, i pianti che risuonano nel corridoio, le parole di conforto sussurrate, le canzoncine, le lacrime silenziose quando non hai più neanche la forza per piangere ma loro non si fermano. Lo sguardo negli occhi dei genitori.
Consapevoli, preoccupati, consolatori.
Tante parole e altrettanti silenzi condivisi, carichi di emozioni contrastanti.
La sofferenza diventa il comune denominatore dei genitori che cercano di farsi forza l’un l’altro, di resistere e di sorridere. Di sorridere sempre e comunque.
Sorridere ogni istante, nonostante tutto, perché il tuo bambino senta la tua serenità e si rassereni a sua volta.
Per quanto difficile possa essere, bisogna farlo e basta.
Per lui.
Tenerlo in braccio anche quando non ce la fai più, quando le braccia sono come pietre e non hai più un briciolo di forza. Ma tu resisti.
La resistenza.
La sua forza è la tua forza.
La tua forza è la sua forza.
Farlo giocare quando non piange, portarlo in giro per il reparto, colorato come la sua stanza, pieno di immagini Disney (e non solo) realizzate da altrettanti bambini: Peter Pan, La Bella Addormentata, Topolino, Minnie e tutti gli altri.
E poi lo porti nella sala giochi ideata e realizzata da un’Associazione che ha deciso di sostenere i bambini, le loro famiglie e soprattutto il reparto durante la degenza, breve o lunga che sia.
Piccoli ma immensi gesti che fanno la differenza, in circostanze simili.
Tanti libri, tanti giochi, tanti tavoli con sedie, una casetta e tanto tanto tanto altro ancora, donato dai genitori i cui figli ormai sono grandi.
Dunque, oggi il mio pensiero è per questi supereroi con i camici di tutti i colori.
Grazie a queste associazioni che in silenzio aiutano e supportano queste realtà pediatriche emotivamente forti.
Grazie a chi decide di adoperarsi in questi reparti in modo volontario, donando il proprio tempo per alleviare la sofferenza altrui.
Grazie a tutti i genitori che donano i loro ricordi per far divertire altri piccoli.
Grazie ai medici, quelli che davvero ti sostengono, comprendono, ascoltano, si adoperano per aiutare tutti i bambini che l’ospedale ospita.
Grazie oggi, più di ieri, per tutto ciò che fate con le risorse a vostra disposizione.
Non approfondisco il discorso, perché è un momento di riflessione per me e di ringraziamenti.
Quando desiderate fare beneficenza, che sia un gesto pubblico o privato, cercate online il reparto pediatrico più vicino a voi e donate a loro ciò che potete.
Donate a quei professionisti che aiutato a sorridere e alleviare le sofferenze altrui.
Donate. Donate. Donate!
Grazie anche al vostro contributo tanti bambini potranno sorridere e, per questo, avrete la gratitudine dei genitori.
Grazie per l’impegno e la dedizione dell’Associazione Remì Onlus di Patti che supporta tutti i genitori che hanno vissuto un’esperienza nel Reparto di Terapia Intensiva Neonatale e in Pediatria.
La mia esperienza è l’esperienza condivisa di migliaia di genitori fortunati che hanno lasciato il reparto con in braccio i loro bambini, di nuovo sorridenti, di nuovo in salute.
Infine, ma non per importanza, rivolgo le mie preghiere e il mio pensiero ai genitori che hanno conosciuto la perdita tra le mura colorate di quei reparti.