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“STEINS;GATE “ – SCIENZIATI PAZZI E LOOP TEMPORALI

written by Arianna Giancola Febbraio 2, 2022
Steins;Gate - recensione - copertina

Bentrovati, amici del fantasy.

Oggi ci dedichiamo alla fantascienza parlando di Steins;Gate (シュタインズ・ゲート Shutainzu Gēto), visual novel giapponese incentrata sui concetti di balzo temporale e realtà alternative.

Nata nel 2009 come secondo capitolo del popolare videogioco Chaos;Head, è stata sviluppata da 5pb e Nitroplus e definita dai suoi stessi creatori come “ADV di scienza ipotetica” (dove l’acronimo ADV indica i videogiochi di avventura).
Sulla scia del successo del primo videogioco, Steins;Gate ha portato alla produzione di numerosi collaterali, tra cui cd della colonna sonora, programmi radiofonici, serie successive di videogiochi e (naturalmente) un manga e un anime. Questa recensione sarà incentrata proprio su quest’ultimo, curato da White Fox, che è attualmente disponibile in streaming sulla piattaforma Netflix.

La storia è ambientata nel quartiere di Akihabara (spesso chiamato anche Akiba) di Tokyo, paradiso dell’hardware per appassionati, dove lo scienziato pazzo (come lui stesso ama definirsi) Rintarō Okabe, con il super hacker Itaru “Daru” Hashida e la piccola Mayuri Shiina hanno installato il loro laboratorio di gadget futuristici.

Il 28 luglio 2010, Rintarō e Mayuri si trovano al Palazzo della Radio per una conferenza sulla macchina del tempo, ma il ragazzo si trova per caso davanti a una scena tragica: la giovane scienziata Kuriso Makise è stata assassinata e giace in un bagno di sangue. Sconvolto, invia una mail a Daru proprio mentre questo è impegnato in un esperimento con uno dei loro gadget, il microonde telefonico.
Senza che Rintarō se ne renda conto, quell’interazione crea una distorsione che lo porta in un universo alternativo, dove Kuriso è viva e vegeta e la mail che ha inviato è stata ricevuta una settimana prima.
Da quel momento prende il via un vortice di eventi che porterà i quattro ragazzi nelle mire del SERN. Il noto istituto di ricerca è infatti da anni impegnato nel tentativo di costruire una macchina del tempo e la prima D-Mail (abbreviazione di DeLorean mail, come i protagonisti le hanno battezzate), finita nei loro sistemi, lo mette sulle loro tracce.
A causa di questa situazione la dolce Mayuri viene uccisa e Rintarō compirà diversi balzi temporali, grazie al dispositivo costruito da Kuriso, per tentare di salvarla.

Nonostante il tema dei viaggi nel tempo e del multiverso determinato dai cambiamenti nel passato sia un tema più che sfruttato, Steins;Gate può sicuramente definirsi una storia riuscita, grazie soprattutto alla rigorosità degli eventi scientifici. D’altra parte, la storia è stata creata con l’idea di progettare una realtà che fosse “per il 99% scientifica e l’1% fantasy”… e ci sono riusciti.

L’idea per i viaggi nel tempo si basa sull’utilizzo dei Buchi Neri di Kerr, da attraversare per poter effettuare lo spostamento temporale. Tuttavia, a livello fisico, tali buchi sono “troppo piccoli” per poter permettere il passaggio di una persona e la compressione ne determina invariabilmente la morte. È tuttavia possibile far passare una piccola quantità di dati, ecco spiegato il successo degli esperimenti con le D-Mail.

Sulla base di questo principio, però, Kuriso costruisce un dispositivo in grado di digitalizzare i ricordi di una persona, di comprimerli in pochi byte – unica pecca a livello di credibilità del processo scientifico – e di inviarli al se stesso di un passato recente. Non si tratta, quindi, di un vero e proprio viaggio nel tempo ma di un “più semplice” balzo temporale.

Ogni intervento che modifichi il passato, però, ha delle conseguenze che determinano una diramazione della linea temporale creando una divergenza (il termine vi suona familiare?) che altera in modo più o meno evidente la realtà. Altra cosa interessante è che seppure tutti gli altri dimenticano quasi totalmente il passato (o, meglio, lo ricordano solo a tratti, come se si trattasse di un sogno), Rintarō mantiene invece intatti tutti i suoi ricordi.

Senza un’attenzione rigorosa alle regole imposte dagli spostamenti temporali, questa serie non avrebbe avuto lo stesso successo. Di fatto, invece, seppure meno complessa, richiama alla mente la serie di Dark, sia per la tematica, sia per il livello di tensione crescente e gli innumerevoli colpi di scena.

Certo, bisogna avere il coraggio di andare oltre le prime puntate che, anche se un po’ sottotono rispetto al resto, sono necessarie non solo per comprendere l’intera storia (che si svolge tutta nell’arco – ripetuto – di pochi giorni) ma anche per approfondire il rapporto tra i vari personaggi.

Balzo temporale dopo balzo temporale, pure nella ripetizione delle scene, approfondiamo infatti la conoscenza di ognuno di essi, come guardandoli da angolazioni differenti, fino a raggiungere un approfondimento psicologico davvero notevole.

Con il procedere della storia, però, il ritmo e i colpi di scena crescono in modo esponenziale, costringendo letteralmente lo spettatore a divorare puntata dopo puntata.

Unica vera pecca, secondo chi scrive, è che la storia si sarebbe dovuta concludere con la puntata 22, senza la parte dell’after credits. Gli episodi dal 23 al 25, infatti, sembrano più un “contentino” per romantici e suonano un po’ come una forzatura, nel tentativo di non lasciare assolutamente nulla in sospeso.

L’episodio 26, invece, l’ultimo della serie autoconclusiva, rappresenta un finale alternativo. Si tratta di una sorta di What if… dedicato forse ai fan del videogioco (che hanno avuto la possibilità di esplorare numerosi finali alternativi) o, forse, da vivere come introduzione a Steins;Gate 0 un midquel in cui la storia viene ripresa a partire da questa versione.

A parte questo piccolo appunto, siamo convinti che la serie Steins;Gate troverà l’approvazione di tutti gli appassionati del genere e anche di chi considera i viaggi nel tempo come roba già vista.

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