Home Animali fantastici “ANIMALI FANTASTICI – I SEGRETI DI SILENTE” IL BUSINESS DELLA WARNER BROS

“ANIMALI FANTASTICI – I SEGRETI DI SILENTE” IL BUSINESS DELLA WARNER BROS

written by Arianna Giancola Aprile 11, 2022
Animali fantastici - Copertina

Abbiamo avuto la possibilità di vedere in anteprima Animali Fantastici – I segreti di Silente, l’attesa pellicola che sarà ufficialmente nelle sale cinematografiche a partire da dopodomani, mercoledì 13 aprile 2022. Questa è la nostra recensione.

Animali Fantastici e dove trovarli è una pentalogia di film diretta da David Yates, prodotta dalla Warner Bros e scritta da J. K. Rowling.

Al momento sono state realizzate 3 delle 5 pellicole in programma.

Che Animali Fantastici non fosse Harry Potter lo si sapeva fin dall’inizio.
Tuttavia, non potevamo fare a meno di sperare che la saga dedicata a Newt Scamander potesse in qualche modo riportarci a quei luoghi e a quelle atmosfere che sono state la culla di un intero universo creato dalla Rowling.

Ora che siamo arrivati al terzo capitolo, però, quello che ci domandiamo davvero è: perché?

Il primo film aveva lasciato ben sperare, specie grazie alla meravigliosa interpretazione di Newt Scamander, il magizoologo autore dell’omonimo libro che dà il titolo alla serie, interpretato da Eddie Redmayne.

Già nel secondo capitolo, però, le cose hanno iniziato a precipitare con una trama che, per quanto interessante, scorre lenta e artificiosa fino all’epilogo.

Sicuramente non ha aiutato la pandemia, che ha ritardato le riprese e costretto la produzione a rinviare l’uscita più di una volta. Così come non ha aiutato la situazione privata di Johnny Depp, licenziato con una consistente buonuscita e sostituito (egregiamente, ma di questo parleremo tra poco) da Mads Mikkelsen.

Questo terzo film, però, ha chiarito forse il concetto fondamentale alla base della serie: il suo scopo è fare soldi.

Ci sono davvero tanti, tantissimi elementi che non funzionano nei 142 minuti di proiezione.

Forse perché avevamo sperato che, dopo I Crimini di Grindelwald – innegabilmente una pellicola di transizione – si arrivasse ad avere una storia con un po’ più di succo e, invece, ci siamo ritrovati ancora una volta ad assistere a un in mezzo.

Oppure sarà stato che, a ben vedere, il titolo “Animali Fantastici” non c’entra davvero quasi più nulla (sì, c’è lo snaso, c’è l’asticello e pure un qilin… ma di certo non reggono la storia). Si può dire di più: l’unica creatura, il qilin, che avrebbe ragione di dare il nome al film è più una specie di deus ex machina, un coniglio nel cilindro da tirare fuori alla bisogna.

Potrebbe anche essere che, abituati allo scontro epocale tra Silente e Voldemort ci aspettassimo qualcosa di più da quello che è stato definito “il più grande mago del suo tempo”.

O, ancora, dal fatto che in molti speravano finalmente di poter vedere Albus e Gellert a confronto. Non certo l’epica battaglia finale, per cui dovremo attendere ancora ben due film, ma almeno riuscire a intuire il legame profondo che unisce questi due uomini al di là del patto stipulato in gioventù (che abbiamo scoperto alla fine de I Crimini di Grindelwald).

A livello di ambientazione non c’è nulla da dire: è semplicemente meravigliosa.

Il fascino degli anni ‘30, con quel loro stile inconfondibile è sempre una carta vincente e i veri potterheads non potranno fare a meno di sussultare ogni volta che Hogwarts compare sullo schermo… ma è tutto lì.

Lo Statuto di Segretezza della comunità magica non sembra esistere, così come non esistono artefatti o escamotage per evitare che i babbani sospettino qualcosa.

Di fatto, viene quasi da chiedersi se ci siano dei babbani in questo mondo.

Per quanto riguarda gli scontri magici, di cui abbiamo accennato prima, gli unici degni di questo nome sono quelli della professoressa Hicks (Jessica Williams), che pure possono essere definiti delle scaramucce.

Ogni altro combattimento è limitato al gettarsi addosso qualche sfera luminosa quasi innocua.

La presenza di Newt è quasi del tutto superflua, ai fini della trama, e si riduce a un macchiettismo comico che, almeno, ha il pregio di strappare qualche sincera risata al pubblico. Arriviamo al punto di dire che se fosse rimasta nella storia solo la sua valigia, avremmo fatto qualche risata in meno ma non ne avremmo risentito.

In quest’ottica, fa anche un po’ alzare gli occhi al cielo il ringraziamento finale di Silente a Newt:

“Senza di te non avrei mai potuto facela”

… e ci si chiede cos’è che avrebbe fatto di così importante.

Anche l’evoluzione della storia del personaggio di Credence ci ha lasciati un po’ perplessi e, soprattutto, con una domanda: che fine ha fatto Nagini?

In ogni caso, su questo non andremo oltre per evitare spoiler.

E torniamo ad Albus e Gellert.

Il Silente di Jude Law è sicuramente affascinante, ma la storia, forse, lo relega in una posizione in cui non può esprimere al meglio la grandezza del suo personaggio.

Va bene, è giovane, non ha ancora dovuto affrontare il Signore Oscuro, non ha ancora dovuto impiegare tutti i suoi notevoli talenti… ma nulla ha dell’uomo che lo stesso fratello descriverà un giorno, a un giovane diciassettenne, con queste parole:

“Conoscevo mio fratello, Potter. Ha succhiato la segretezza con il latte di mia madre. Segreti e bugie, ecco come siamo cresciuti, e Albus… aveva un talento naturale.”

Anche quelli che speravano finalmente di vedere il lato più umano di Albus, coloro che nello Specchio delle Brame hanno intravisto l’ombra di Gellert, sono rimasti delusi.

Credo che siamo stati in molti a pensare che Silente avesse rimandato tanto lo scontro in nome dell’antico sentimento. D’altra parte, chi potrebbe mai pensare di colpire, forse a morte, il proprio primo (e nel suo caso unico) amore?

Invece, nel momento in cui si trovano uno di fronte all’altro, di quell’antico sentimento sembra non rimanere più nulla. Ci sono una distanza, una freddezza che lasciano interdetti. Neanche uno sguardo che possa in qualche modo far pensare a un rimpianto.
Tutto molto self control, tutto molto british.

Mads Mikkelsen, di contro, dà ottima prova di sé.

Il suo Gellert Grindelwalt è sicuramente più sobrio, rispetto all’iconico Depp, ma forse è più in tono con l’ambientazione. Non bisogna faticare molto a vederlo a capo di una comunità e la sua interpretazione è uno dei punti forti del film.

Nonostante questo, e nonostante il fatto che lo abbiamo apprezzato enormemente, ci resta comunque il dubbio che con Johnny l’intensità di alcune scene sarebbe stata tutt’altra.

Per il resto, tutto il cast ha dato ottima prova di sé, anche se ci chiediamo come sia possibile che il personaggio di Theseus (Callum Turner) sembri non risentire affatto della scomparsa dell’amata Leta.

Tra tutti, spiccano però Dan Fogler (Jacob Kowalski) e Alison Sudol (Queenie Goldstein) con la loro storia nella storia. Fogler, in particolare, dà l’interpretazione più sentita, più realistica ed emozionante dell’intero film.

Nell’insieme, Animali Fantastici – I Segreti di Silente ha molto deluso le aspettative.
È certamente un film che si può definire “carino” o “simpatico”, ma che non regge il confronto con la saga in cui affonda le radici.

E, da qui, si torna al concetto espresso all’inizio: è un mezzo per fare soldi.

Non c’è da dubitarne: tutti i fan del Wizarding World andranno a vederlo e, probabilmente, resteranno affascinati dal merchandising che vi sarà immancabilmente collegato.
Quindi perché girare 3 film quando si potrebbe tirare in lungo la storia e realizzarne 5?

Si parla di puro e semplice business… ma a farne le spese è la profondità della trama.
Se avessero deciso di limitare i capitoli, siamo infatti convinti che il prodotto sarebbe stato infinitamente migliore, aprendo le porte ad altre numerose produzioni di cui, di certo, il mondo della Rowling non è a secco.

Venite a dirci cosa ne pensate dopo averlo visto… perché, come dicevamo, qualunque cosa possiamo dire, nessun fan se lo farà sfuggire.

Ti potrebbero piacere

Rispondi