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“THE BATMAN” – IL RITORNO DI UN MITO

written by Arianna Giancola Marzo 9, 2022
The Batman - Copertina

Ebbene sì: siamo andati al cinema a vedere The Batman, uscito il 3 marzo, co-scritto, co-prodotto e co-diretto da Matt Reeves e distribuito da Warner Bros Entertainment Italia.

Quando siamo entrati in sala, eravamo divisi tra aspettative e timori.
Aspettative perché, come sempre nei film dedicati al Cavaliere Oscuro, le potenzialità erano pressoché infinite; timori perché fin troppo spesso ci siamo trovati davanti a reboot che per la nostra sanità mentale sarebbe più saggio dimenticare.

E se da una parte The Batman non ha disatteso i timori, dall’altra ha comunque superato le aspettative. Ecco quindi le nostre impressioni.

La storia è ambientata, ovviamente, a Gotham, circa due anni dopo che Bruce Wayne ha iniziato la sua carriera come giustiziere. Nulla è ancora cambiato nella città: la criminalità e la corruzione imperversano e l’uomo sembra già stanco del peso che porta sulle spalle. Tuttavia, la malavita già lo teme e ogni volta che il simbolo del pipistrello si staglia nel cielo, i malfattori fuggono dall’ombra.

“Credono che mi nasconda nell’ombra. Ma io sono l’ombra”

Questa frase riassume il tono generale dell’intera pellicola che è probabilmente la più cupa, la più dark tra quelle sinora dedicate all’uomo pipistrello.

L’oscurità è una costante dell’intero film, accompagnata dalle tinte sanguigne onnipresenti che diventano dominanti in alcune scene (davvero epiche!).

Le parti “alla luce” sono relativamente poche (in genere illuminate dalle fiamme o dal tramonto – unico momento in cui spunta il sole nella piovosa Gotham) e l’effetto che si ottiene è quello di personaggi in negativo: oscuri anche in piena luce.

Scenografia e costumi sono spettacolari, opera rispettivamente di James Chinlund e di Jaqueline Durran, forse anche perché tendenzialmente realistici.
Il costume di Batman è un incrocio tra quello del Cavaliere Oscuro di Nolan, quello di Justice League e una tuta militare, con tanto di anfibi. Pochissimi i gadget (in pratica solo i più iconici).

Sebbene il Batman di Reeves si muova di preferenza in moto (tra l’altro, mettendosi in panni civili, tanto da far chiedere dove abbia trovato una cabina telefonica) non poteva di certo mancare la Batmobile: grande, grossa, pesante e rumorosissima. Resta il fatto che la si veda, in pratica, solo in una scena: quella dell’inseguimento che, per quanto spettacolare e grandiosa, non permette di distinguerne i particolari, cosa che un po’ ci ha lasciato interdetti.

Molto realistico anche il costume di Catwoman, una semplice tuta da motociclista con un passamontagna molto simile a un berretto con un buco per gli occhi. Sono lontani i tempi della gatta Michelle Pfeiffer.

Standing ovation anche per quasi tutto il cast.

Zöe Kravitz è assolutamente divina nel ruolo di Selina Kyle. Carattere duro e movenze da gatta, ha un’espressività sorprendente e crea con Pattinson una chimica davvero notevole.

Buona prestazione anche per Jeffrey Wright, nei panni di James Gordon, e Andy Serkis in quelli di Alfred.

I “cattivi” hanno senza dubbio una marcia in più con interpretazioni magistrali.

L’irriconoscibile Colin Farrell nella parte di Oswald-Pinguino sembra ricalcare molti degli atteggiamenti e delle movenze del suo predecessore Danny De Vito, ma riesce comunque a dare vita a un personaggio completo senza scadere nel caricaturale.

Magnetico John Turturro nella parte di Carmine Falcone, con un’interpretazione che lascia con il fiato sospeso (e una bella dose di confusione) dall’inizio alla fine.

Ma la palma d’oro va sicuramente a Paul Dano nei panni dell’Enigmista, che ci dimostra come non servano maschere per essere spaventosi. La prima volta che viene inquadrato il viso dell’Enigmista, infatti, non c’è modo di trattenere un brivido davanti a quel volto pulito e quasi infantile.

Per chi scrive, la nota dolente del film è purtroppo il protagonista.
Sebbene Robert Pattinson abbia senza dubbio la mascella perfetta per il costume, l’impressione che trasmette è quella di non essere riuscito a togliersi i panni del vampiro. Va bene essere impassibili, ma se dopo due ore e mezza di film noti un minuscolo cenno dovuto alla contrazione delle labbra, vuol dire che il resto del tempo sei stato espressivo come un mattone.

Anche i movimenti sembrano impacciati, lenti e pesanti, come se non riuscisse a sostenere il peso del costume. Mi è stato fatto notare che si tratta di un eroe “all’inizio della carriera”, quindi ci può stare che sia meno super. Ma se dopo due anni, in cui hai combattuto il male ogni notte, non riesci ancora a fare una scazzottata senza sembrare legato, personalmente non vedo il limite del personaggio, ma quello dell’attore.

Di contro, si può dire che il Batman di Pattinson così risulta più umano, più fallibile e per questo più apprezzabile.

Certo è che la sceneggiatura non ha aiutato.
Il giustiziere di Reeves accusa il peso sulle sue spalle, cosa che lo porta a tenere sempre il capo chino, sia nella sua versione mascherata che nei panni di Bruce Wayne. E neppure il miliardario scapolo e gaudente che conoscevamo esiste più. Al suo posto troviamo un giovane uomo, trascurato e misantropo, che quando si toglie la maschera ha tutto l’eyeliner colato in stile emo.
Non proprio al suo massimo, quindi. E neppure a livello intellettivo, dato che si fa menare per il naso per tutti i 180 minuti di film.

In generale, però, la storia risulta molto più che apprezzabile.
La deriva thriller-investigativa è una scelta sicuramente innovativa e vincente, che sebbene rallenti un po’ il ritmo della narrazione (rendendola meno adrenalinica) riesce comunque a non annoiare.

Se però il film risulta appena lento nella parte centrale, di contro il finale è un po’ (tanto) tirato per le lunghe.

Fantastica la colonna sonora (di Michael Gioacchino) che si adatta alla perfezione ai diversi momenti della pellicola seguendo anche il protagonista nella sua evoluzione.

Insomma, nonostante qualche pecca che fa un po’ storcere il naso, The Batman di Reeves merita sicuramente di essere visto per forza, originalità e realizzazione.

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