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“GLI INCUBI DI HAZEL”, DI LEANDER DEENY

written by Floriana Marchese Gennaio 29, 2018

Oggi parleremo di un libro uscito diversi anni fa (nel 2008 per l’esattezza), ovvero “Gli incubi di Hazel” (titolo originale “Hazel Phantasmagoria”) di Leander Deeny, edito da Newton Compton.

La storia è ben scritta e ricca di belle illustrazioni, oltre che di metafore e spunti di riflessione importanti, enarra di Hazel, una bimba di 10 anni, costretta a vivere per tre settimane a casa di sua zia Eugenia, una persona non proprio amabile, e la cui unica compagnia inizialmente è il cugino Isambard. Fin dalle prime pagine, si intuisce quanto strana sia la casa di Eugenia.Dall’esterno potrebbe sembrare addirittura disabitata,ovunque ci si aggiri vi si trova della sporcizia, malgrado ad occuparsi di essa ci siano ben tre domestici: il giardiniere, il maggiordomo e la cuoca. In qualsiasi modo la si guardi, la casa appare in decadenza.

Zia Eugenia è una persona davvero malvagia, scontrosa e sempre pronta a criticare gli altri. Come se non bastasse, a renderla ancora più cattiva è l’atteggiamento di disprezzo che dimostra nei confronti della piccola. Difatti, non riesce mai a chiamare la nipote col proprio nome ma, di volta in volta, ne inventa uno: Macadamia, Noce, Mandorla, tutto fuorché “Nocciola” il suo vero nome.

Non ti farebbe male apprendere un po’ di buone maniere. Quando non si hanno cervello, né amici, né attrattive di sorta, bisognerebbe almeno avere una buona educazione.

Il cugino non è da meno in quanto stramberie: sarebbe dovuto essere un compagno di giochi per quelle settimane di “vacanze forzate” ma, in realtà, risulta piuttosto taciturno e sempre pronto ai comandi della madre.

Dopo i primi giorni di noia e sconforto Hazel si addentra nel grande giardino del maniero e all’interno di esso scopre delle curiosissime creature ibride, un grillopardo di nome Geoff, uno struzzorana di nome Francis e un pitospino, Noel. In accordo con esse decide di terrorizzare la zia ed è così che verrà a conoscenza del fatto che a creare questi mostri è stato proprio Isambard, con l’intento di uccidere la madre, zia Eugenia.

 Non è facile fare amicizia. Anche se coloro con cui cerchi di fare amicizia non sono struzzirana o gorillopardi o pitospini, o assassini o pazzi. La gente è complicata, sola, arrabbiata o ansiosa: è così e basta. Ma devi provarci lo stesso. Per quanto la gente ti possa spaventare, devi decisamente cercare di conoscerla. Perché i fifoni non piacciono a nessuno.

Il racconto ci fornisce degli importanti insegnamenti ed è tutt’altro che per bambini, nonostante non nasca per rivolgersi ad un pubblico adulto. Hazel è vittima di una situazione molto più grande di lei e Isambard nonostante la sua cattiveria è fondamentalmente un bambino solo e poco amato, con tutto ciò che ne consegue. Lui ha bisogno di amici e se li crea, letteralmente, mentre Hazel vuole solo l’affetto della zia. I mostri, spaventosi ma anche ridicoli, si rivelano incapaci di essere malvagi fino in fondo.

Senza alcun dubbio, l’autore ha fatto un ottimo lavoro fin da subito con l’incipit. Quest’ultimo, infatti, è stato ideato ad hoc per attirare un pubblico di nicchia, in grado di apprezzare una favola dark fuori dall’ordinario.

Dunque, che ne pensate?
Chi era il cattivo di questa storia? Chi il peggiore di tutti? C’è stato qualcuno che potesse definirsi buono?
[…] No?
Be’, penso che abbiate ragione. In realtà questa è una storia di cattivi.
[…] Come dite? Avevano le loro ragioni? Ma tutti hanno le loro ragioni. Tutti hanno buone ragioni per fare qualsiasi cosa.

In un gioco di ruoli e solitudini, conflitti interiori, bisogni e dure realtà, questo libro ci regala un epilogo che metaforicamente ed empiricamente ci insegnerà delle cose importanti.

Un’ottima favola per trasformare la stereotipata storia della lotta tra “buoni” e “cattivi”, in cui è possibile cogliere tantissime sfaccettature sul comportamento che ognuno può attuare; soprattutto, una storia che dimostra quanto i cattivi possano essere buoni e i buoni possano essere cattivi.

Alla fine, se ci riflettiamo con attenzione, chiunque può essere o diventare cattivo in base alle proprie esperienze di vita. Buona lettura!

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