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LE CRONACHE DI DRAGONLANCE – UN TUFFO NEL PASSATO

written by Arianna Giancola Luglio 1, 2020
dragolance copertina

Buonasera amici di Universo Fantasy.

Oggi, per la rubrica L’angolo dei vecchi libri e delle belle storie, vi proponiamo la recensione di una saga un po’ datata, ma che amiamo sinceramente dal profondo del cuore: Le Cronache di Dragonlance.
Si tratta di una trilogia, pubblicata per la prima volta nel 1984 e scritta dalla coppia Margaret Weis e Tracy Hickman con la preziosa collaborazione di Michael Williams (a cui dobbiamo le bellissime poesie) e di Larry Elmore, lo storico illustratore.

Nel mondo di Krynn, la Regina delle Tenebre, la dea Takhisis sta riacquistando il suo potere e si prepara a scatenare le sue forze sul piccolo continente di Ansalon.
Per contrastarla, il Dio del Bene, Paladine, sceglierà un ben strano gruppo di avventurieri letteralmente gettandoli nella mischia quasi contro la loro volontà.
Guidati dal mezzelfo Tanis, il giovane kender Tasslehoff, il vecchio nano Flint, il cavaliere di Solamia Sturm, insieme al mago Raistlin e a suo fratello gemello Caramon il mercenario, dovranno trovare il modo di riportare la speranza nel mondo. Ma il loro viaggio li obbligherà a guardare nell’oscuro abisso dei draghi e la speranza rischierà di cadere sotto i colpi del terrore.

I draghi del crepuscolo d’autunno, I draghi della notte d’inverno e I draghi dell’alba di primavera sono i tre volumi originali della saga e nei primi dieci anni dalla loro pubblicazione hanno venduto più di tre milioni di copie in tutto il mondo.

Leggenda vuole che la storia sia la versione romanzata di una campagna del gioco di ruolo di D&D (Dungeons & Dragons) ma la realtà è che i due autori erano stati chiamati dalla TSR, società detentrice originaria dei diritti del gioco di ruolo, per progettare delle ambientazioni di campagne.
L’idea dei romanzi venne inizialmente accolta con scetticismo, ma ben presto Le Cronache ottennero un tale successo da diventare un vero e proprio simbolo per gli appassionati.

La leggenda nasce, probabilmente, dal fatto che l’inizio della storia ha l’avvio tipico delle avventure del gioco di ruolo, con i protagonisti che si incontrano e si riuniscono in una locanda, punto di partenza dell’avventura.
Anche la struttura della storia segue quella della campagna classica, con una serie di “missioni intermedie” da portare a compimento prima di raggiungere la meta finale.

Per molti di coloro che sono nati negli anni Ottanta, la saga di Dragonlance ha costituito la vera porta di accesso al mondo del fantasy e mantiene, a oggi, un posto speciale e insostituibile nel cuore di quei primi lettori.
Prima dei film del Signore degli Anelli – ammettiamolo, la maggior parte di noi ha affrontato il libro solo dopo – infinitamente prima del Trono di Spade, c’era Dragonlance.

Il mondo raccontato (e non creato) da Weis e Hickman è il mondo fantasy per eccellenza: ambientazioni che vanno dall’oceano alle foreste, dai villaggi alle grandi città, dalle incredibili abitazioni degli elfi alle grandiose creazioni dei nani, passando per montagne innevate e praterie sterminate. Un piccolo continente che ne ha abbastanza per soddisfare tutti i gusti. Le razze che lo popolano sono tante, diverse, stratificate geograficamente e politicamente. Le diversità non sono mai facili da accettare, la diffidenza è talmente radicata da portare il mondo sull’orlo dell’abisso.

E come nelle migliori storie, è uno scalcinato gruppo di mercenari, che non si riesce a comprendere come possano convivere, a dimostrare che non tutto è perduto.
I personaggi della Saga dei Draghi sono tra i più riusciti della storia della letteratura fantastica e non si può fare a meno di amarli sotto ogni aspetto. Sono vivi, reali, completi; sono in grado di trasmettere emozioni incredibilmente forti. Sono tanto più avvincenti quanto più dubitano di se stessi e degli altri, tanto più reali quanto più le loro scelte si rivelano sbagliate. All’inizio sono quanto di più simile a un personaggio possano essere, per poi evolversi e crescere nelle peripezie, trasformandosi in esseri umani (nel senso più universale del termine).

Leggendo quelle pagine, tutti noi ci siamo trovati a ridere delle follie del piccolo Tasslehoff, il kender che non conosceva la paura, ci siamo innamorati con Goldmoon e Riverwind, abbiamo pianto con Flint e – negatelo se potete – abbiamo sognato di avere il potere e la determinazione di Raistlin.
Raistlin, già… come si fa a non parlare di Raistlin Majere? Dio incontrastato della saga, causa dei mali e della salvezza, il cui unico scopo è percorrere la propria strada di grandezza. Nato anni prima di Severus Piton, ne condivide la grandezza e si pone sullo stesso piedistallo di Gandalf.
Sarà forse meno conosciuto dalle nuove generazioni, ma la costellazione della Clessidra continua a brillare nel cielo di chi lo ha conosciuto.

Lo stile è senz’altro un altro punto a favore della saga: rapido, leggero, divertente e ritmato, si lascia leggere con facilità e scorre leggero e veloce come un fiume. Sebbene, forse, per i gusti attuali, abituati a ben altre penne, possa sembrare uno stile un po’ datato, a nostro parere di tratta di una lettura davvero adatta a chiunque, dai bambini agli adulti che abbiano voglia di lasciarsi trascinare, per un po’, in un mondo troppo spesso dimenticato.

Alla trilogia sono seguiti altre storie e altre saghe, alcune anche con un buon successo, ma la maggior parte delle quali non ha saputo mantenere il livello delle Cronache, forse anche perché affidate ad altri scrittori.
Tuttavia, persino la Trilogia dei Gemelli, in cui vediamo il ritorno del duo Weis-Hickman e di alcuni dei personaggi migliori e più amati delle Cronache, non riesce a raggiungere il livello della prima saga, pur restando una piacevole lettura.
Sulla scia del successo di Dragonlance sono stati anche realizzati dei film (come Dungeon & Dragons, del 2000), anche se i fan della saga, estremamente delusi dal risultato, negano decisamente che questo sia mai avvenuto… un po’ come per il film di Lanterna Verde.

Nell’ultimo anno, però, girano voci sulla realizzazione di una trasposizione in video de I draghi del crepuscolo d’autunno. Per ora esiste solo il progetto, ma coloro che hanno affrontato Takhisis quando erano solo dei bambini, sanno che la speranza è l’ultima a morire.

Siete tra di loro? Avete amato anche voi la saga di Dragonlance? Diteci la vostra in un commento.

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