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“LA TORRE NERA” DI STEPHEN KING

written by Redazione Luglio 31, 2019

Se questa fosse una recensione scritta da un critico letterario, inizierebbe dicendo che è difficoltoso consigliare una saga che è bellissima, ma di cui il primo libro è assolutamente scoraggiante.

Se questa fosse una recensione scritta da un classificatore di libri, inizierebbe dicendo che è complesso trovare un genere a questa serie: sicuramente ha un grande setting Fantasy ma con contaminazioni dall’horror e persino dal western. Forse la versione a fumetti faceva bene a definirla: “Una saga di ricerca cosmica”.

Se questa fosse una recensione scritta da un biografo, inizierebbe dicendo che questa sia la saga più importante mai scritta da un maestro del fantastico e del brivido, la serie che lo ha accompagnato per gran parte della sua vita e di cui, in un certo senso, tutti gli altri suoi libri sono spin-off.

Se questa fosse una recensione scritta da un filologo, inizierebbe dicendo che il primo romanzo di questa saga parte con il più bel incipit che si sia mai visto in un Fantasy.

Ma questa è una recensione scritta da me, quindi non posso fare a meno di cullarmi nel ricordo dell’emozione di leggere questi libri nelle lunghe estati al mare: ho sensazioni molto vivide di lunghe ore di lettura in veranda, sulla spiaggia o presso i placidi canali posti là dove inizia la campagna.

Okay ma alla fine di cosa stiamo parlando?

Oggi parleremo della saga della “Torre Nera”, scritta da Stephen King.

Se avete visto l’omonimo film uscito al cinema nel 2017 non fatevi ingannare: la serie di libri è talmente diversa dalla pellicola che il rapporto tra i due è ancora oggetto di dibattito tra i fans.

Il primo romanzo della saga (“L’ultimo Cavaliere”) è datato 1982 ed è addirittura una stesura finale di qualcosa iniziato molti anni prima, quando King era uno studente del college. Per molti anni il re del brivido affermò che non sapeva bene cosa fare di questa storia e del suo finale aperto, arrivando addirittura a dire che il protagonista stesso gli faceva paura.

Poi dal 1987 qualcosa si sbloccò ed uscirono tutti gli altri libri: “La Chiamata dei Tre”, “Terre Desolate”, “La Sfera del Buio”, “I Lupi del Calla”, “La Canzone di Susannah” e finalmente nel 2004 l’ultimo volume, intitolato semplicemente “La Torre Nera”.

Da segnalare poi il volume del 2012 “La Leggenda del Vento”, che è di fatto uno spin-off ambientato nel mezzo della serie regolare.

Stephen King stesso ha ribadito che l’idea base di questa lunga serie era quella di unire “Il Signore degli Anelli” di Tolkien con i film di Sergio Leone, in particolare “Il Buono, il Brutto ed il Cattivo”. Da notare però come, con il proseguo dei libri, la componente western cali decisamente per lasciare il passo ad una maggior peso del classico Fantasy con influenze di horror, fantascienza ed urban fantasy.

Per mettere ancora un poco di carne al fuoco potrei dirvi che questa saga si ispira anche ai poemi poetici “Childe Roland alla Torre Nera giunse” di Robert Browning e “The Waste Land” di Thomas Stearns Eliot.

King ama moltissimo la serie della Torre Nera, tanto che parecchi suoi libri (tra cui i ben noti “It” e “L’ombra dello Scorpione”) contengono riferimenti a questa saga e di fatto fanno parte della sua stessa continuità o almeno del suo multi-universo. Basti sapere che uno dei principali antagonisti di questa serie (“L’uomo in nero”) è presente in molti altri romanzi dell’autore, nei quali è conosciuto come Lo Straniero Senza Età, Walter O’Dim, il Tizio che Cammina, Marten Broadcloak, Richard Fannin o Randall Flagg.

Volete un altro esempio? Questi sono gli unici libri di Stephen King nei quali l’autore è presente anche come personaggio (ed in cui il fatto che egli sia autore e personaggio insieme non risulta un paradosso ma una parte essenziale della trama).

Però non è tutto oro quello che luccica: come ho detto all’inizio, il problema più grande di questa pur meravigliosa serie è che il primo romanzo è stato capace di scoraggiare molti nel proseguo. “L’ultimo Cavaliere” inizia meravigliosamente, le prime parole del libro sono: “L’uomo in nero fuggì nel deserto ed il pistolero lo seguì”.

Semplice, diretto, immediato: come un colpo di pistola. Non sappiamo chi sia l’uomo in nero, non sappiamo chi sia il pistolero, sappiamo solo due uno sta scappando dall’altro e che è disposto ad affrontare il deserto pur di seminarlo.

Tuttavia, il resto del romanzo è parecchio strano: onirico, sognante, offre pochissime notizie sull’ambientazione e sulla trama in generale, sicuramente può spaesare parecchio tanto che sembra a tratti la versione romanzata di un qualche lento film intellettuale d’autore.

Il secondo romanzo (“La Chiamata dei Tre”) offre una narrazione sicuramente più decisa e ritmata, ma ancora raggiunge solo un livello medio, a tratti medio-alto, di godibilità. Credetemi però quando vi dico che dal terzo libro in poi (“Terre Desolate”) siamo a livelli altissimi: ricordo un giorno di molti anni fa nel quale marinai la scuola e passai cinque-sei ore al parchetto leggendo avidamente questo romanzo senza riuscire a staccarmi dalle sue pagine: un vero incantesimo!

Da là in poi è pura magia: benvenuti nel Medio Mondo!

Adesso che vi ho tenuti sulle spine per bene, posso rivelarvi la trama di questa saga.

Il Medio-Mondo era una terra un tempo meravigliosa, governata con saggezza dai discendenti del leggendario re Arthur Eld (una delle incarnazioni del mitico re Artù che si manifestano nel multi-universo). Il suo passato era un’epoca leggendaria dove fiorirono le leggende (da notare come il romanzo “Gli Occhi del Drago”, l’unico vero libro di puro Fantasy classico scritto da King, è a tutti gli effetti ambientato in questa età dell’oro). Tuttavia, negli ultimi secoli qualcosa aveva iniziato ad andare storto: guerre, ribellioni ed insoddisfazione erano diventati sempre più diffusi e persino la corruzione morale aveva iniziato a serpeggiare tra i pistoleri stessi, gli eredi dei cavalieri di Arthur Eld.

Il primo romanzo della serie inizia molti anni dopo la caduta dell’ormai perduto reame di Gilead, ultimo baluardo delle forze della luce (o del “Bianco”, come si dice nei romanzi). Il Medio-Mondo è ormai “andato avanti”, ovvero da una parte è caduto nella pura anarchia ma dall’altra è stato sconvolto anche a livello fisico, con distanze che si allungano o si accorciano senza criterio, punti cardinali che si spostano e la realtà stessa che diventa sempre più fragile.

Roland Deschain è l’ultimo pistolero del suo mondo, l’ultimo cavaliere discendente da Arthur Eld. Il suo unico scopo nella vita è raggiungere la Torre Nera, il fulcro del multi-universo, il luogo dove si incrociano i mondi. Leggenda vuole che nella stanza proibita posta sulla sommità di quel luogo, sia possibile guarire il Medio-Mondo ed evitarne la fine.

La ricerca cosmica di Roland lo porterà a chiamare a sé dei compagni provenienti in massima parte dal nostro mondo ed a intraprendere un lungo viaggio avventuroso nella migliore tradizione del Fantasy, sempre ostacolato dal famigerato “uomo in nero” e da forze persino più potenti di quest’ultimo, le quali cercano soltanto la distruzione della Torre Nera e di una bellissima rosa che cresce in un piccolo lotto di terra nella New York del nostro mondo.

Sette libri per portare a termine questa missione a cavallo tra Fantasy e western, tra atmosfere alla Stranger Things ed altre che sembrano uscite da un romanzo di Tolkien, tra richiami all’immaginario fantastico anni ‘80 e situazioni che paiono provenire da Mad Max. Leggere la saga della Torre Nera è un viaggio.

Da notare come il quarto romanzo della serie (“La sfera del buio”) sia a tutti gli effetti un lungo prequel che racconta la giovinezza di Roland, il suo primo amore e la nascita della sua ossessione per la Torre Nera. Tuttavia, è stata necessaria una lunga sequela di miniserie a fumetti (quasi tutti tradotti in italiano ma ormai di difficile reperibilità) per completare il quadro della narrazione, raccontando gli eventi cronologicamente avvenuti tra il punto in cui si interrompono i ricordi di Roland nel quarto libro ed il momento in cui inizia la narrazione del primo romanzo. Essi fanno parte della continuity ufficiale della saga e, a parere di chi scrive, sono essenziali per comprendere meglio la psicologia del protagonista, l’ambientazione del Medio-Mondo e la poetica dell’opera tutta.

Quest’articolo è già abbastanza lungo e devo avviarlo alla sua conclusione ma, credetemi, sulla Torre Nera ci sarebbe ancora molto anzi moltissimo da dire: non basterebbero altrettante righe nemmeno per discutere il rapporto di continuity tra la saga dei libri ed il discusso film. A proposito, se siete tra le molte persone che (come me) non sono rimaste troppo colpite dalla pellicola, aspettate con impazienza il progetto venturo della serie tv: tredici episodi sono stati appena girati, l’ultimo ciak è avvenuto in giugno.

Se questa recensione vi ha incuriosito, il mio sincero consiglio è di dare una possibilità a questa meravigliosa saga; ricordandovi però di sospendere il vostro giudizio fino all’inizio del terzo romanzo. La vostra ricompensa sarà una storia bellissima che vi rimarrà per sempre dentro.

S.M.

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