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LO SCORRERE DEL TEMPO DI LUCA ROSSI, TRA COLPI DI SCENA E SUSPENSE

written by Marianna Piras Ottobre 4, 2017

Universo Fantasy non è solo un portale dove tenersi aggiornati sulle ultime novità dell’enorme mondo del fantasy, ma è anche un ottimo modo per scoprire piccole perle da leggere con piacere. In questo senso oggi ci occupiamo di due romanzi di Luca Rossi, un giovane autore italiano, classe ’77, di cui è stato un piacere occuparci.

Nell’ambito del self-pusblishing, abbiamo constatato che la rivista Wired ha inserito il romanzo di Luca tra quelli assolutamente da non perdere, il che ci ha incuriosito moltissimo prima di intraprendere la lettura.

Dopo aver iniziato a leggere i suoi libri, quello che appare chiaro è che il dono principale dei romanzi e della penna di Luca è quello di saper alternare un periodare breve e spezzettato ad un periodare di più ampio respiro, quasi come in una regia cinematografica che passa da un susseguirsi di scene rapide a piani sequenza più lunghi.

L’azione si svolge seguendo molti cambi di ambientazione e punti di vista che inizialmente disorientano il lettore e lo lasciano un po’ confuso, tanto da essere costretti a tornare indietro per capire in che punto della storia si è, ma ad un certo punto risulta chiaro come la cosa giusta sia lasciarsi andare e fidarsi della mano dell’autore, che sa perfettamente dove portarci.

Interessantissimi i personaggi, a partire dalla sacerdotessa Miril e da Lil, sicuramente il perno della storia, personaggio timido e coraggioso, del quale vediamo la crescita ed una letterale trasformazione, passando per Aleia, prima moglie del re Beanor (su cui tra poco torneremo), personaggio di cui è facilissimo innamorarsi, la cui intronizzazione porterà un cambiamento serio nel regno di Isk. Le donne sono, in positivo ed in negativo, il fulcro della storia: la sete di potere di Milia si compirà in un destino facilmente attendibile; la fragilità di Miril avrà il contrappunto nella straordinaria forza di Lil, forza che lei stessa nemmeno sapeva di avere. Ci sarebbe da parlare poi delle figure dei maghi di Isk, che avrebbero meritato un approfondimento maggiore da parte dell’autore, ma questo dipende probabilmente dal gusto personale, poiché i loro momenti sono tra quelli che ci sono piaciuti di più.

Quello che invece non abbiamo molto apprezzato sono i personaggi di Beanor e Bashinoir. Il secondo troppo facilmente corruttibile dall’influenza dei maghi di Isk e troppo capriccioso, il primo è la caricatura di sé stesso, l’antitesi di ciò che dovrebbero apparire i villain nei romanzi fantasy. Lo vediamo spesso protagonista di scene di sesso, assolutamente gratuite ai fini della trama, che sono il suo vizio e saranno la sua rovina. I momenti sessualmente espliciti sono il vero neo di questi due romanzi. Si tratta di punti di trama per la maggior parte inconsistenti, senza un vero fine e scritti non particolarmente bene. Così come per la storia lesbica tra Miril e Lil, abbiamo avuto la sensazione che servissero a catturare il pubblico, cosa di cui l’autore non ha assolutamente bisogno. I  romanzi di Luca Rossi hanno ottimi punti di forza da soli, senza necessità di addentrarsi in versioni fantasy di “50 sfumature”, su cui peraltro stenderei un velo pietoso in memoria di “Histoire d’O”.

Ad ognuno il suo genere, ed a Luca Rossi il fantasy riesce davvero benissimo. La mano sapiente nelle ambientazioni, il modo superbo in cui riesce a dare la sua interpretazione dello scorrere del tempo, terranno i lettori incollati alle pagine. I romanzi sono realmente costruiti in un crescendo sia di maturità dell’autore che di colpi di scena, che lasceranno stupiti anche i lettori più granitici del genere fantasy.

In bocca al lupo, Luca. Universo Fantasy continuerà a seguirti con piacere, nell’attesa del prossimo volume della saga.

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