Home Recensioni “RUNE – IL RITORNO DI RAIDO” – TRILOGIA DI SIMONE PAMATO – RECENSIONE

“RUNE – IL RITORNO DI RAIDO” – TRILOGIA DI SIMONE PAMATO – RECENSIONE

written by Arianna Giancola Aprile 14, 2021
Rune - Il Ritorno di Raido - Pamato - Copertina

Bentrovati amici di Universo Fantasy!
Torniamo a viaggiare in questo mondo incantato presentandovi non uno, ma ben tre libri tutti insieme. Stiamo parlando della prima trilogia della saga Rune di Simone Pamato.
Questa prima parte si intitola Il ritorno di Raido e comprende L’erede della Luna, Il dominio dei morti e Il requiem degli Immortali. La trilogia, interamente autopubblicata, è disponibile in un unico volume uscito l’11 Luglio 2020.

Classe 1992, Simone Pamato nasce a Schio, in provincia di Vicenza.
Dopo un percorso di studi a indirizzo scientifico, frequenta il Corso di Sceneggiatura per fumetto presso la Scuola Internazionale di Comics, Accademia delle Arti Figurative e Digitali Di Padova.
Appassionato di fantasy fin dall’infanzia, Rune rappresenta il suo esordio come scrittore.

Lilith, Artio e Sin sono tre fratelli appartenenti alla famiglia Drake, discendenti di Raido, mitico guerriero Dio della Guerra.
Il loro regno, Lunantia, è stato distrutto cinque anni prima da Angelia, patria degli angeli, in perenne guerra contro i lunari.
Il destino ha strappato i genitori ai tre ragazzi e li ha costretti a dividersi, ma il fato ha grandi piani in serbo per loro. Coinvolti loro malgrado nelle trame dei regnanti per la conquista del continente di Eurya, dovranno fare i conti con intrighi e inganni, affrontando nemici la cui potenza supera ogni loro immaginazione.
Tra scontri epici e colpi di scena inaspettati, ogni scelta sbagliata può condurre alla distruzione del mondo.

L’ambientazione è sicuramente uno dei maggiori punti di forza di questi romanzi.
Il riferimento temporale è tra i più classici nell’ambito del fantasy: una sorta di Medioevo alternativo in cui gli elementi anacronistici sono legati all’uso della magia.
Il continente di Eurya è diviso fra cinque razze principali: gli umani, gli angeli, i felis, i nork e i woko. Tra loro, poi, dimorano i lunari, discendenti degli undici guerrieri provenienti dalla Luna.

Pamato ha creato per loro un mondo complesso e stratificato, dai paesaggi variegati e affascinanti e suddiviso in regni e domini con strutture di comando differenti.
A coronamento di tutto, poi, sono presenti sia diverse tradizioni religiose che una dettagliata cosmogonia, quest’ultima legata a una serie di personaggi che, seppure non possano essere definiti come delle vere e proprie divinità, sono identificabili in ogni caso come esseri superiori.

Una tale complessità richiede, per forza di cose, una moltitudine di personaggi e sotto questo punto di vista l’autore non si è risparmiato.

Tra clan, tribù, regni, casate, personaggi secondari e semplici comparse, il lettore si ritrova a fare i conti con tanti di quei personaggi da sentirsi persino un po’ spaesato. A complicare la situazione, poi, ci sono anche le divinità, gli esseri superiori, gli antichi eroi e gli antenati dei protagonisti.

Per quanto riguarda questi ultimi, sebbene l’occhio del narratore segua principalmente i tre fratelli Drake, viene concesso ampio spazio anche ai co-protagonisti, partendo da Raido, Alba e Luna, fino al nork Hevor e alla maga Jane Organa passando per i sovrani dei vari regni e i loro diretti sottoposti. Cosa che non risulta affatto strana, dato che la gran parte della trama si regge sulle macchinazioni politiche e sugli inganni da loro perpetrati.

In generale le caratterizzazioni sono buone, con approfondimenti psicologici sufficienti a far vivere i vari personaggi, sebbene siano presenti delle stonature e qualche caduta.
È il caso, ad esempio, di Lilith i cui comportamenti e registri linguistici sembrano cambiare in modo casuale. O Adam e Dafne, la cui mentalità rimane avvolta nella nebbia per gran parte della loro storia.  
Ottima, invece, è la costruzione dei personaggi di Sin e Victoria, il cui affiatamento, all’interno del racconto, rappresenta uno degli elementi di maggiore fascino.

Il finale, di cui non diremo nulla per evitare spoiler, lascia il lettore con la voglia di proseguire. Sebbene alcuni cicli siano ormai definitivamente chiusi, infatti, molti altri scenari si aprono sugli eventi, lasciando intravedere nuove e interessanti possibilità.

Insomma, quello di Simone Pamato è un progetto estremamente ambizioso e dalle caratteristiche che sembrano voler strizzare l’occhio all’ormai iconico Trono di Spade.
L’opera è uno sword & sorcery nello stile più classico e che si basa su un’originale idea di partenza e su un’attenta pianificazione sia degli eventi che della costruzione del mondo.

Anche lo stile narrativo è buono, così come, in generale, la trama, gli intrecci e il ritmo della narrazione, che riescono a mantenere viva l’attenzione del lettore.

Ci sono, tuttavia, alcuni elementi che a nostro parere andrebbero rivisti, a partire da una buona correzione, perché all’interno del testo sono presenti moltissimi errori grammaticali e sintattici che disturbano la lettura.
Alcune parti della storia, inoltre, avrebbero meritato un maggiore approfondimento, cosa che avrebbe contribuito non solo allo sviluppo di alcuni personaggi, i cui tratti sono davvero interessanti sebbene non sfruttati al meglio, ma avrebbe anche permesso di comprendere meglio le motivazioni degli eventi successivi.

Si tratta, però, di elementi che potranno sicuramente essere sistemati in una successiva edizione e che nulla tolgono alle potenzialità di una saga epica, intrigante e affascinante, che sarà sicuramente apprezzata da tutti gli amanti del genere e di cui non vediamo l’ora di scoprire il seguito.

Ti potrebbero piacere

Rispondi