Home Recensioni SHERLOCK HOLMES E LA MINACCIA DI CTHULHU – DI LOIS H. GRESH

SHERLOCK HOLMES E LA MINACCIA DI CTHULHU – DI LOIS H. GRESH

written by Arianna Giancola Agosto 7, 2020

Bentrovati amici lettori!

Oggi recensiamo per voi un’uscita recentissima: Sherlock Holmes e la minaccia di Cthulhu, di Lois H. Gresh ed edito da Fanucci Editore.

La Gresh è stata per ben sei volte autrice bestseller del New York Times, con al suo attivo ben 30 romanzi e 65 romanzi brevi, con traduzioni in 22 lingue. È considerata una vera esperta dell’opera di Lovecraft e alcuni suoi lavori sono inseriti in diverse antologie tra cui Black Wings of Cthulhu e The Madness of Cthulhu. Tra le altre cose è anche curatrice delle antologie Innsmouth Nightmares e Dark Fusions.

Il romanzo Sherlock Holmes e la minaccia di Cthulhu è il primo della trilogia che vede contrapporsi il Grande Antico al re degli investigatori.

Nella Londra di fine ‘800, dove nei bassifondi ancora aleggia la minaccia di Jack Lo Squartatore, si stanno verificando una serie di inspiegabili omicidi: tutto quello che rimane delle vittime sono ossa, impilate in modo impossibile, e degli strani oggetti sferici con incisi dei simboli occulti. Il figlio dell’ultima vittima si rivolge all’investigatore di Baker Street che, insieme al suo fidato amico Watson, non si tira indietro ma si troverà presto ad affrontare creature ultraterrene, caos e distruzione che metteranno a durissima prova la fede assoluta di Sherlock Holmes nella scienza.

Onestamente parlando, quando abbiamo deciso di leggere questo romanzo siamo partiti trattenendo moltissimo l’entusiasmo per paura di restare delusi.
Le potenzialità nell’inserire un investigatore del calibro di Sherlock Holmes in un’avventura lovecraftiana erano altissime, così come era fin troppo perfetta la combinazione delle ambientazioni.

Allo stesso tempo, però, riuscire non solo a emulare, ma addirittura a combinare i personaggi e gli stili di due geni letterari come H. P. Lovecraft e Sir Arthur Conan Doyle è un’impresa titanica, che può portare alla creazione di un vero capolavoro come di una brutta copia di una brutta copia di un romanzo.

Diciamo che il risultato è stato un’accettabilissima via di mezzo.

Le ambientazioni sono pressoché perfette, con quel giusto mix di nebbia e pioggia inconfondibilmente inglesi, e varie. Si passa infatti dai bassifondi della capitale alle dimore gentilizie delle campagne e dai paesaggi più suggestivi dei cerchi di pietre alle coste più vicine della Francia.

Lois Gresh riesce pienamente a immergere il lettore in ognuna di queste ambientazioni, esaltando le ombre profonde e le poche luci, diffondendo nelle sue pagine gli odori della putrescenza e il senso di soffocamento costante, come solo una vera esperta delle opere di Lovecraft potrebbe fare.

Più difficoltosa risulta invece la gestione dei personaggi all’interno della trama.
Chi tra voi non conosce, infatti, il duo Sherlock Holmes e John Watson?

Entrambi i personaggi sono ben costruiti e coerenti con l’immagine creata da Conan Doyle, nulla da dire, in questo. Tuttavia, con il procedere della storia emergono alcune di quelle che potremmo chiamare “stonature”.

Nei racconti di Conan Doyle la voce narrante è sempre quella di Watson che funge da biografo del detective. Questo escamotage così classico serve in primo luogo a non far scoprire subito tutto al lettore, e poi a suggerire ragionamenti che possano in qualche modo sviarlo generando, alla rivelazione della soluzione, quel senso di stupore così piacevole.

In quel contesto non solo ha senso che non sia possibile “sentire i pensieri” di Sherlock, ma è addirittura preferibile, dato che si investiga su un caso di cui apprendiamo i dettagli man mano che l’indagine prosegue.

In Sherlock Holmes e la minaccia di Cthulhu, invece, la situazione è molto differente.

Il lettore assiste infatti a moltissime scene di cui il detective è all’oscuro e, per la prima volta nella sua storia di personaggio letterario, non è assolutamente necessario che Watson svii le indagini con le sue teorie, in quanto anche Sherlock brancola nel buio.

Scegliendo di emulare lo stile di Doyle, quindi, la Gresh ha in qualche modo inserito delle pecche che, con il procedere della lettura, un po’ si sentono.

Se si sceglie di leggere questo libro è altamente probabile che si conosca la produzione letteraria di entrambi gli autori e, in molti casi, che si sia anche giocato al popolare gioco di ruolo Il Richiamo di Cthulhu. Per quelli di voi che sono dei giocatori possiamo tradurre il tutto con la sensazione di ruolare una campagna il cui unico vero player sia Watson, mentre gli altri – Sherlock compreso – sono tutti personaggi non giocanti. Il problema vero è che Watson non agisce mai se non sotto indicazione dell’investigatore, cosa che rende il tutto un po’ strano. In compenso è assolutamente realistica la perdita di sanità mentale dei protagonisti e lo svilupparsi di fobie e sintomi vari.

La trama della storia è molto valida: piacevole e coinvolgente. Scorre dall’inizio alla fine senza intoppi, emanando in ogni pagina quel piacevole sentore di occulto tanto caro ai fan di Lovecraft.

Anche lo stile è buono, anche se forse si basa su registri un po’ troppo moderni rispetto ai due maestri, in particolare da quello così singolare di Lovecraft, tanto onirico ed echeggiante da essere impossibile da imitare.

Tuttavia Lois H. Gresh è riuscita nell’impresa di creare un’opera valida, basata sulla genialità di due maestri, eppure in qualche modo personale e avvincente.

Sherlock Holmes e la minaccia di Cthulhu è un romanzo che può sicuramente incontrare i gusti del grande pubblico, moderno quanto basta per chi non ama lo stile un po’ lento e prolisso degli inizi del ‘900 e avvincente e coerente per chi, invece, ha apprezzato senza fallo l’opera dei maestri.

Si tratta sicuramente di un’ottima lettura estiva che sarà facilmente apprezzata anche dai più giovani.

E voi lo avete letto? Cosa ne pensate? Diteci la vostra in un commento.

Ti potrebbero piacere

3 comments

fabrizio Agosto 26, 2020 at 2:16 pm

gran confusione di ruoli,eventi,azioni.decisamente distante dal Canone di S.H.
Bocciato

Reply
fabrizio Agosto 26, 2020 at 5:42 pm

assurdamente fantastico,confusionario e disordinato nel racconto.
decisamente estraneo al Canone ed al mondo di Sherlock holmes.

Reply
Arianna Giancola Agosto 27, 2020 at 4:19 pm

Buonasera Fabrizio,
concordiamo con te sul fatto che sia molto distante dal classico mondo di Sherlock Holmes, ma il mondo in cui viene inserito non è quello creato da Doyle, ma quello di Lovecraft… che era assurdamente fantastico, delirante e confusionario. 🙂

Reply

Rispondi