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STEFANO MARGUCCIO: UNO SGUARDO AI SUOI DUE MONDI

written by Stefania Sottile Gennaio 9, 2018

Stefano Marguccio, classe ’75, nasce a Milano. Laureato in Giurisprudenza, Master in Diplomacy dell’ISPI, Master in Management Pubblico della SDA Bocconi, dal 2004 fa parte del corpo diplomatico della Repubblica Italiana. Dal maggio 2014 è il Consigliere Diplomatico del Ministro dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, Gian Luca Galletti. Da sempre alla scoperta di nuovi mondi, dopo aver viaggiato in Ghana, Guinea, Nigeria, Iran, Canada e Stati Uniti tramite gli album fotografici di famiglia, decide di fare del viaggio la sua professione. Da allora gli aerei lo hanno portato per lavoro in giro per il mondo, facendogli scoprire paesi e culture, nuovi mondi. Nel 2010 inizia a scrivere dei Due Mondi.

Abbiamo avuto il piacere di conoscere Stefano a Roma in occasione dell’uscita del suo primo libro. A breve uscirà il seguito ed abbiamo deciso di farci raccontare dei suoi “Due mondi”. Stefano è uno scrittore che fin da subito riesce a mettere a proprio agio l’interlocutore e con il quale si riesce ad assottigliare il confine tra i rispettivi ruoli. Siamo felici di averlo conosciuto e lo apprezziamo per averci fatto leggere in anteprima il secondo volume (la nostra Presidente è stata beta reader per l’autore).

Questa intervista ci ha permesso di conoscere ancor di più l’autore talentuoso che è Marguccio, per un viaggio alla scoperta dei suoi personaggi e qualche anticipazione per i lettori sul secondo volume.

Il primo volume, Caccia Mortale che abbiamo già recensito, ci ha stupito ed entusiasmati. La Redazione è impaziente di potervi svelare i sentimenti che abbiamo nutrito sul secondo volume della saga.

Nell’attesa di poterlo fare, non ci resta che farvi conoscere Stefano che è stato così gentile da rispondere ad alcune nostre domande:

1. Rompiamo il ghiaccio, così che i nostri lettori possano conoscerti meglio: parlaci un po’ di te, di chi sei, di cosa fai nella vita di tutti i giorni, di come è nata la tua passione per la scrittura.
Mi chiamo Stefano Marguccio, ho 42 anni, una figlia di 11 e da quasi tredici anni faccio parte del Corpo Diplomatico della Repubblica Italiana. Il mio incarico attuale è molto interessante e bello: sono il Consigliere Diplomatico del Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ossia curo l’agenda internazionale del Ministro e nel frattempo facilito la collaborazione tra il Ministero degli Esteri e quello dell’Ambiente nel campo delle attività internazionali. Ho un posto in prima fila nella lotta ai cambiamenti climatici e ai loro effetti devastanti sul nostro pianeta. Scrivo dalle elementari pezzi di romanzi, dal fantasy al cyber punk. Sono dovuto arrivare ai quaranta per iniziare e terminare qualcosa e ho persino trovato qualcuno che lo ha pubblicato. Sono un uomo fortunato.

2. Caccia Mortale – Cronache dei due mondi” è il tuo romanzo d’esordio. Dove nascono i “Mondi Divisi”? Raccontaci come è nata la storia, cosa l’ha ispirata e come si è sviluppato il progetto nella tua mente.
Tra il 2006 e il 2010 sono stato per lavoro in Albania e sul desktop del mio computer c’era il file di uno dei miei incipit. La descrizione di un paesaggio al tramonto. Tornato a Roma ho cercato di dargli respiro. Un giorno sono uscito a pranzo da solo e su un taccuino rilegato in pelle ho iniziato a prendere appunti su Arkandia, la sua storia, i personaggi che avrebbero potuto popolare un racconto, culture, liste di nomi. Da quegli appunti è nato un grande testo che ho dovuto riscrivere. Parte di quel testo è “Caccia Mortale”. La genesi dei Due Mondi mi ha impegnato sei anni e non è ancora terminata.

3. Parliamo dei protagonisti: quanto c’è in te di Delion? Qual è il personaggio in cui ti rispecchi maggiormente e perché? Se non sono ispirati a te, le loro peculiarità lo sono di qualcuno a cui tieni?
Questa è una domanda difficile per qualsiasi autore credo. Io sono dentro a tutti i personaggi. Uomini e donne. Ti cito uno scrittore americano che non ho mai letto: Scott Fitzgerald.

Gli scrittori non sono esattamente persone. O, se sono qualcosa di buono, sono un intero gruppo di persone che cerca davvero duramente di essere una persona.

Mi sembra rendere l’idea. Con Delion condivido la maledizione di essere un cavaliere di tutte le arti e signore di nessuna. Anche io so disegnare, suonare il pianoforte, ballare, andare a cavallo: ma non sono davvero bravo in nessuna di queste cose. Nel seguito di “Caccia Mortale” invece ci saranno due protagoniste femminili che hanno alcune somiglianze con le donne della mia vita.

4. È d’obbligo una domanda sul fantasy in generale: qual è lo scrittore che ha maggiormente influenzato il tuo stile narrativo? Chi è invece l’autore che hai amato meno o che proprio non riesci ad affrontare?
Il mio stile. Ci ho lavorato un sacco. Caccia Mortale è frutto di una riscrittura quasi totale. Ho lavorato sul ritmo, sulla semplicità. Seguendo le indicazioni del mio editor Franco Forte ho cercato di riscrivere per chi legge una cosa che avevo scritto per me. Credo sia venuto fuori qualcosa che ha uno stile più anglosassone che italiano (frasi brevi, pochi avverbi, poche subordinate). Lo ha evidenziato anche un mio recensore su Goodreads (e non mi sembrava particolarmente contento). [ride, NdR]
Detto questo non credo di aver copiato lo stile di un autore in particolare. Chi non riesco a leggere? Ho provato a leggere quasi tutto. Non riesco ad appassionarmi alla Rowling, così come alcuni autori che sembrano davvero tirarla in lungo tipo Martin (adoro il telefilm) o Robert Jordan e non mi piacciono gli autori fantasy un po’ psichedelici degli anni ’70 tipo Moorcock.

5. Come riesci a far coincidere i tuoi tanti viaggi di lavoro e la vita privata con la scrittura?
Faccio sempre più fatica, ma presto il mio incarico all’Ambiente terminerà e spero di aver più tempo. Il seguito di Caccia Mortale è praticamente pronto ma tra la pubblicazione del nuovo romanzo e il lavoro, in un anno non sono riuscito a rivedere il testo in modo soddisfacente per farlo leggere al mio editore.

6. Entro il 2017 è prevista la pubblicazione del sequel: qualche anticipazione sul proseguimento della storia?
La pubblicazione entro la fine dell’anno è più un mio sogno, Delos Books non lo sa…Il secondo libro amplia gli orizzonti. Caccia Mortale ha fatto entrare i lettori nella storia. Li ha presi per mano e li ha messi al fianco di Delion e Fang Qwa Jia, nella loro corsa verso il monastero di Sanamasker. Nel seguito, senza abbandonare Delion, si andrà a vedere cosa sta succedendo nella Confederazione di Arkandia e nei territori confinanti. La prospettiva si allarga. Entra in scena la politica e la guerra e un gruppo di personaggi nuovi a cui sono molto affezionato.

7. Oltre al sequel de “Caccia Mortale – Cronache dei due mondi”, hai altri progetti letterari su cui vorresti cimentarti?
Non ho avuto il tempo di pensarci in modo approfondito. Mi sento ancora un ospite nel mondo degli scrittori e quindi resto timido nel mio cantuccio. Vedremo.

8. Curiosità: secondo te, quanto è importante e decisiva la copertina di un libro? Quanto questa è in grado di influenzare la vendita dello stesso testo?
Per Caccia Mortale, dopo una prima copertina molto semplice con la quale siamo usciti nell’aprile 2016 con l’ebook, ho voluto una copertina di grande impatto, disegnata da un artista straordinario come David Benzal, un catalano con moglie giapponese che incarna benissimo i miei Due Mondi. La copertina è la prima cosa che mi cattura l’attenzione se cerco un libro. Le vendite sono un’altra cosa. L’offerta oggi è talmente estesa e varia che affermarsi come numeri di copie vendute è davvero difficile. Emergere dal rumore di fondo è impegnativo. Questo è quello che ho imparato da esordiente in questo anno e mezzo.

9. Concludiamo la nostra intervista con un consiglio per gli aspirati scrittori: cosa ti senti di dire a tutti coloro che hanno un sogno e che vorrebbero pubblicare la propria storia?
Chi ha un sogno è benedetto e maledetto al tempo stesso, ma sono convinto che solo i sogni ti fanno gustare davvero l’esistenza. Gli aspiranti scrittori non esistono. Esistono gli scrittori pubblicati e quelli non pubblicati (e con il self publishing anche questo confine è piuttosto vago). Mi allineo a Stephen King che dice che per diventare scrittori bisogna leggere molto e scrivere tutti i giorni. È vero. Aggiungo io che ci vuole molta umiltà e che bisogna essere pronti a mettersi in discussione. Solo chi scrive per gli altri trova un lettore.

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