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JUGGERNAUT – DI DANIELE ED EMANUELE RICCI – RECENSIONE

written by Redazione Giugno 16, 2025
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Introduzione

Bentrovati, amici del fantasy! Oggi, per questa edizione speciale delle nostre recensioni ci rivolgiamo al mondo del cinema.

Il cortometraggio Juggernaut, produzione italiana indipendente dei fratelli Daniele ed Emanuele Ricci e di Eugenio Krilov, è un’opera sorprendente che cattura per la sua intensità narrativa e la realizzazione tecnica di livello superiore. Raramente abbiamo avuto l’occasione di scoprire simili perle, di una qualità tale da far concorrenza alle più grandi produzioni cinematografiche. L’opera si distingue infatti tanto per la profondità della sceneggiatura, quanto per la qualità della fotografia e della regia e per l’eccellenza degli interpreti.

Premi vinti

Il corto ha ricevuto una splendida accoglienza, raccogliendo numerosi riconoscimenti internazionali e premi. Tra questi:

Il premio come Miglior Cortometraggio Fantasy al FilmQuest

Il premio come Miglior Cortometraggio Fantasy al Rhode Island International Film Festival 2024 (Sezione Vortex)

Quattro volte nominato al Méliès D’Argent come Miglior Cortometraggio Fantastico Europeo

Selezione Ufficiale (Fuori Concorso) al MIFF 46

In Concorso per il Comic-Con IFF San Diego

Proiezione Ufficiale a Lucca Comics & Games 2024

Sceneggiatura

Dark fantasy dai toni incredibilmente cupi, Juggernaut è la narrazione di un amore disperato che richiama i miti dell’antichità.

Nonostante l’assenza di dialoghi, o forse proprio grazie a essa, il racconto si costruisce con precisione, affidando completamente la narrazione all’immagine, al potere evocativo della colonna sonora e all’incredibile performance di Eugenio Krilov, l’attore protagonista.

Fotografia e ambientazione

La fotografia è una componente essenziale di Juggernaut, con un uso delle luci e delle ombre che conferisce profondità visiva e intensità emotiva alle scene.

Di particolare impatto risultano la contrapposizione del blu e del rosso, esaltati dal contrasto con i toni freddi e grigi dell’ambientazione, e l’alternarsi della luce e dell’ombra nella scena di combattimento che, a sua volta, evoca elementi lovecraftiani.

Benché girato tra la Toscana e la Liguria, le ambientazioni del cortometraggio, cupe e intriganti, strizzano l’occhio alle atmosfere del ciclo arturiano e della mitologia celtica, richiamando in più l’estetica dei popolari videogiochi like Souls (Demon’s Souls, Dark Souls, Bloodborne, fino ad arrivare a più recente Elden Ring).

Regia

La regia di Emanuele e Daniele Ricci dimostra una sensibilità artistica straordinaria. Ogni singola inquadratura, la scelta dei dettagli e la costruzione della sequenzialità narrativa trascinano lo spettatore in un percorso emozionale unico.

Ciò risulta anche più impressionante pensando al complesso lavoro di post-produzione richiesto dall’opera. In una recente intervista rilasciata dai registi e dall’interprete Eugenio Krilov, infatti, viene raccontato come alcune delle location delle riprese fossero piene di turisti.

Costumi

I costumi svolgono un ruolo cruciale nel definire l’identità dei personaggi e, in modo particolare, del protagonista. Infatti, in Juggernaut l’abbigliamento è pensato con attenzione, curando la scelta dei materiali, dei colori e dei dettagli.

Soprattutto, il costume del protagonista racconta la sua storia. Creato, come tutti gli altri, from scratch (ossia da zero), parla di un cavaliere provato dalle battaglie, stanco, che ha perso la sua ragione di vita. Un’armatura ammaccata, usurata, sormontata da un elmo spaccato, diviso a metà sembrano quasi rappresentare l’anima dell’uomo, lacerata tra gli ideali e il desiderio del suo cuore.

Spettacolare la contrapposizione che si viene a creare tra la sopravveste del cavaliere e il sudario della donna, così come il bianco puro della veste iniziale della fanciulla e il nero delle gramaglie dell’avversario finale.

Interpreti

Gli attori di Juggernaut hanno offerto al pubblico una performance straordinaria, dando vita ai loro personaggi e conferendo un ulteriormente valore artistico all’opera.

Ovviamente, gran parte del merito va al protagonista, interpretato da Eugenio Krilov. Il giovane attore mostra infatti un’espressività e una forza interpretativa incredibili. Dalla prima all’ultima scena, con solo un singolo gesto o con l’intensità di uno sguardo, riesce a trasmettere un intero universo interiore, il ciclo completo del viaggio dell’eroe in poche scene quasi mute.

Una menzione d’onore va poi sicuramente alla protagonista femminile, Adriana Papana. Nonostante le pochissime scene recitate, infatti, è riuscita a trasmettere l’essenza del suo personaggio con la semplice alterità ed eleganza dei movimenti.

Conclusione

Juggernaut è un cortometraggio che lascia davvero il segno. Ogni elemento, dalla sceneggiatura alla regia, dalla fotografia ai costumi, fa parte di un’esperienza cinematografica memorabile, elevando il cinema indipendente agli stessi livelli delle grandi produzioni. Non stupisce, quindi, che si stia pensando non solo di ricavarne un lungometraggio ma anche una graphic novel ambientata nello stesso universo narrativo.

Per quanto ci riguarda, non possiamo fare altro che attendere novità e invitare tutti gli appassionati del genere a correre a guardarlo.

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