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“ACQUE OSCURE” DI DEBORA PARISI – Recensione

written by Arianna Giancola Maggio 5, 2025
Acque Oscure - Parisi - Copertina

Bentrovati, amici del fantasy, per un nuovo, fantastico #lunedìdellerecensioni.

Oggi tornaniamo a parlare di una vecchia conoscenza scoprendo Acque Oscure, il nuovo dark fantasy mitologico di Debora Parisi, edito da Winter Edizioni.

L’autrice

Debora Parisi è una scrittrice davvero prolifica, già apprdata sulle nostre pagine con La fame nella foresta e L’odore del male (trovate qui le nostre recensioni).

Studentessa universitaria di giorno e cacciatrice di leggende e mitologie di notte, appassionata di weird e horror, scrive fin da piccola.  

È autrice di numerosi raccontie e, dal 2019, ne ha pubblicati diversi: Il Bosco e Il drago della foresta (in Racconti dal Piemonte, Fiabe e Favole, Historica Edizioni), Il caso del basilisco, Fuga da Malaperla, Il gatto nero e Non è colpa mia (in Bestie d’Italia volume due e tre, Streghe d’Italia, Fantasmi D’Italia, NPS Edizioni), La freccia d’oro (in Astro Narrante: Sagittario, Fanucci), Io sono Lilith (in Guerriere, Mezzelane), Una Gentile Nonnina (Eat Read Blood, Saga Edizioni), Mia per Scheletri Ebook e per Delos Digital La Fame Della Foresta.

Oltre a questo, gestisce il blog El micio racconta e il canale YouTube Antro del Drago.

Collabora anche con le riviste Upside Down Magazine, VMpire’s tears e Hyperborea, dopo aver collaborato con Sci-Fi Pop Culture, Spazio Penultima Frontiera e Porto Intergalattico.

Trama

Sopravvissuta alla terribile tragedia del Vajont, agli inizi degli Anni ’80 Anna si trasferisce in un paesino scozzese. Qui, grazie all’aiuto e al sostegno di William, un vecchio amico di famiglia, tenta di voltare pagina costruendosi una nuova vita.

Tuttavia, il passato non l’abbandona: il ricordo di quell’orrore non scompare e i morti popolano i suoi incubi.

Almeno fino a quando non conosce Erik, un giovane affascinante e misterioso. Grazie a lui scoprirà che i miti e le leggende non sono solo fantasie.

Storia e Stile

Debora Parisi riesce come sempre a trascinare il lettore all’interno della storia, con una narrazione caratterizzata da un ritmo serrato e da una suspense crescente che tiene incollati alle pagine.

Sin dalle primissime battute, si viene trascinati nella vita di Anna, all’interno delle sue paure, sperimentando le sue stesse emozioni, soprattutto grazie a un utilizzo sopraffino della narrazione in prima persona.

Nonostante la storia in sé non sia particolarmente originale (si tratta infatti di un caso da manuale di viaggio dell’eroe con annessa storia d’amore), Parisi riesce comunque a renderla insolita e soprendente, attingendo dal folklore veneto e da quello scozzese che rendono questo romanzo qualcosa di davvero fuori dal comune.

Dimenticati i timidi folletti e gli unicorni, l’autrice ci presenta una selezione di creature tanto affascinanti quanto spaventose, mutaforma in grado di trasmettere brividi con un semplice gesto o una risata.

Berretti rossi, anguane, each uisge emergono prepotenti dalla scrittura come incubi notturni, cosa che non stupisce più di tanto, considerando l’incredibile capacità della Parisi nel trasmettere il puro e semplice terrore.

Particolarmente apprezzato da chi scrive è anche il riferimento alla tragedia del Vajont del ’63. Anche questa è una scelta decisamente peculiare; si tratta infatti di una catastrofe che costò la vita a quasi 2000 persone ma che nella memoria collettiva italiana tende spesso a scomparire.

Attraverso il suo scritto, invece, Debora Parisi lo fa rivivere con forza, lo riporta vivido e reale ai sensi, facendolo emergere quasi con prepotenza dalle ombre della memoria e restituendo dignità alle vittime.

Tutto questo l’autrice lo fa attraverso una scrittura vitale e rapida, in grado tuttavia di cogliere i silenzi e propagare le eco di voci passate. Con uno stile diretto e assertivo, privo di fronzoli e scevro da retorica, ogni emozione e ogni evento vengono analizzati con una lucidità quasi chirurgica che punta all’essenza e che risulta, pertanto, incredibilmente incisiva.

Ambientazione e personaggi

Il nucleo centrale della storia è ambientato a Sith, una cittadina scozzese a poca distanza dalla costa… e già questo basterebbe ad affascinare il lettore. Sin dalla primissima descrizione, infatti, si respira quel sentore particolare di leggenda, di quei luoghi incantati nei quali non solo la presenza di creature mitologiche sembra possibile, ma addirittura prevedibile.

Parisi ci immerge in un mondo fatto di costruzioni di pietra, non imponenti ma di sicuro incantevoli, raccolte attorno a un centro circondato dalla natura. Un’immagine cara alla tradizione italiana, che rimanda ai tanti storici paesini del nostro entroterra che solo oggi torniamo a riscoprire.

Per di più, la storia è ambientata agli inizi degli Anni ’80, un’epoca dunque moderna, dove le superstizioni già vengono ritenute tali, anche se la tradizione le mantiene ancora vive, ma nella quale la tecnologia non ha ancora preso il sopravvento in ogni ambito della nostra vita.

È forse anche questa scelta che contribuisce a conferire forza e fascino alle altre ambientazioni. Non c’è un gps a guidare nel folto del bosco, né un cellulare con cui riprendere le onde del mare o il tramonto (o contattare qualcuno che non si trova).

E in questo tempo ancora “un po’ lento” si muovono i nostri personaggi.

Anna, la protagonista, è una sopravvissuta, Erik è l’affascinante straniero dal passato pieno di ombre e William il vecchio amico di famiglia, burbero eppure protettivo.

Ognuno di loro è un piccolo capolavoro psicologico.

Caratteri complessi, una natura mutevole e un segreto nell’anima sono gli elementi che li caratterizzano. In nessuno di loro c’è armonicità, ma uno stridore di contrasti, riflessi di esperienze e convinzioni. Una poliedricità che potrebbe essere riassunta nell’immagine dello specchio infinito, dove ogni riflesso rimanda solo una parte del tutto.

In uno spazio tutto sommato breve (l’intero romanzo conta appena 260 pagine), Debora Parisi riesce a costruire personaggi completi e realistici, complessi e affascinanti dei quali, lo ammettiamo, ci piacerebbe continuare a seguire le sorti.

Conclusioni

Acque Oscure di Debora Parisi è un romanzo che riesce a combinare mistero, tensione e profondità emotiva in modo straordinario. Dove l’orrore colpisce con forza e i legami sono l’unica ancora di salvezza. Un’opera che conferma ancora una volta il talento di questa autrice e che, di certo, sarà apprezzato da ogni amante del genere.

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