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IL POPOLO DELLA LUCE

written by Redazione Giugno 3, 2021
il popolo della luce - Lodato - Copertina

Racconto di Francesco Lodato

Il sole si riflette sulle pareti del castello.
Arroccata sulla sommità di un promontorio immerso nella boscaglia, la fortezza dell’alba osserva la vallata sottostante, sorvegliando l’ingresso alle terre degli elfi.

Da quella posizione niente sfugge alla vista delle sentinelle, posizionate sui parapetti della struttura dall’architettura impossibile: mura perfettamente lisce con merlature tondeggianti, prive di appigli o punti di giunzione, sorvegliano ogni punto di accesso. Sette torri svettanti, troppo sottili per reggere il proprio peso, si innalzano verso il cielo rilucendo di energia arcana. Piattaforme esterne, di roccia e vetro, si estendono direttamente dalle fondamenta vuote della scarpata.

Sebbene appaia in perfetta armonia con la natura circostante, questa costruzione risulta parimenti innaturale.

È un monito, una dimostrazione di potere ben visibile per tutti. Gli incantatori del popolo diurno hanno impiegato una sola notte per edificarla, usando la magia geomantica di cui sono gli indiscussi maestri. Nelle loro intenzioni avrebbe dovuto essere un faro di speranza, un bastione luminoso contro l’oscurità ma, in realtà, è stato la rovina del loro popolo.

Mi chiamo Rialon Cerat e un tempo vivevo lì, tra quelle mura dorate.

Ero un giardiniere, incaricato di usare la magia per mantenere rigogliose le piante dei giardini interni. Prima di scoprire la verità, svolgevo diligentemente il mio compito: ogni mattina rinvigorivo le piante usando l’energia stessa della terra, fin quando non compresi cosa stesse accadendo. Estratta dal sangue stesso del mondo, la forza vitale usata per modellare il castello aveva reso sterile il terreno circostante. Aveva ucciso ogni forma di vita e, per coprire la verità, per non accettare le proprie responsabilità, i miei simili avevano fatto l’unica cosa di cui sono capaci: usare altra magia, indulgendo nell’illusione di avere risolto il problema. Per farlo, risucchiano costantemente altra energia dalla foresta circostante, uccidendola lentamente.

Ho scoperto nel peggiore dei modi che i nostri nemici giurati dicono il vero.

Gli orchi muovono guerra al mio popolo da sempre, accusandoci di uccidere la Terra. I re e le regine degli elfi luminosi hanno promulgato lo sterminio dei pelleverde, definendo quella contro il popolo delle paludi “una crociata della luce contro l’oscurità”.

Un’enorme bugia creata per nascondere la verità: gli orchi hanno il diritto di odiarci. Chiunque ha il diritto di farlo, perché li stiamo uccidendo, condannando a morte questo mondo.

Io sono stato bandito per le mie idee, considerate eretiche dai signori della fortezza. Costretto a lasciare i miei cari, per i quali sono un disonore. Ma è per loro, per cercare di salvarli che mi sono unito ai Custodi delle Selve. Loro sono stati i primi a capire la verità e con grande sacrificio cercano di curare la terra e preservare la vita, offrendo perfino la propria forza vitale alla terra. Al tramonto io morirò, mi riunirò con l’energia del creato, sarò una parte del tutto e la mia scintilla permetterà alla vera luce di brillare per qualche altro giorno. È il minimo che possa fare per espiare i miei errori, sperando che questo basti a ritardare l’inevitabile disastro che ci attende.

Immagine di Илия Илиев da Pixabay

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