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ASSASSIN’S CREED: DA SERIE DI VIDEOGIOCHI A FRANCHISE CROSS-MEDIALE

written by Giulia De Filippo Novembre 14, 2020

“Quando gli altri seguono ciecamente la verità, ricorda: nulla è reale. Quando gli altri si piegano alla morale e alle leggi, ricorda: tutto è lecito. Agiamo nell’ombra per servire la luce. Siamo Assassini. Nulla è reale, tutto è lecito.”

È da questo credo che, nel 2007, è nata una delle saghe videoludiche più longeve di sempre: Assassin’s Creed.

Diventata ormai un franchise, nel corso di questi 13 anni, con i suoi alti e bassi, ha forgiato un’intera generazione di videogiocatori, fissando standard grafici sempre più alti e dando al termine open-world un significato tutto nuovo. E per festeggiare l’arrivo su console e pc di Assassin’s Creed Valhalla, ripercorriamo insieme le tappe fondamentali di una saga che ha tantissimo da raccontare.

L’antica Grecia, l’Egitto tolemaico, la Terra Santa, l’Italia rinascimentale sono solo alcune delle tante sbalorditive ambientazioni della saga di casa Ubisoft che si prefigge di trasportare lo spettatore in epoche diverse, con un unico filo conduttore: la millenaria lotta tra l’Ordine dei Templari e la Confraternita degli Assassini; i primi credono che il solo modo per creare un mondo ideale sia controllando la società, fornendo regole che allontanino la corruzione; gli altri hanno come scopo ultimo la preservazione del libero arbitrio e della libertà.
Per raggiungere i loro scopi, entrambe le fazioni sono alla continua ricerca di artefatti chiamati I Frutti dell’Eden, oggetti dal potere immenso, a metà tra il mistico e il tecnologicamente avanzato, creati dagli Isu, antica civiltà di essere superiori noti come Prima Civilizzazione.

I CAPISALDI

Nonostante negli anni si siano susseguiti personaggi diversi e il gameplay sia stato alterato, tramutandosi lentamente in un vero e proprio RPG (gioco di ruolo), le caratteristiche principali, quelle che hanno reso la saga famosa, sono rimaste invariate:

  • Il gioco prosegue su due linee temporali. Una ambientata nel presente in cui un moderno Assassino (o anche Templare in alcuni casi) ha accesso a un Animus, un macchinario in grado di trasportare una persona all’interno delle memorie di un’altra; la seconda ambientata in un determinato periodo storico. Inoltre se i protagonisti de “i giorni nostri” tendono a essere ricorrenti in più videogiochi, diventando l’elemento comune che dà il nome a quelle che potremmo definire “saghe del franchise” (la saga di Desmond Miles, la saga dell’Iniziato e quella di Layla Hassan), il protagonista della linea temporale del passato cambia per ogni capitolo con un’unica eccezione: Ezio Auditore da Firenze che resta, dopo quasi un decennio, l’emblema indiscusso della serie videoludica.
  • Importanti eventi storici fanno sempre da sfondo alla storia: la guerra d’indipendenza americana, la Rivoluzione Francese, la grande età della pirateria nei Caraibi, epoche di grandi cambiamenti e fondamentali avvenimenti che i nostri personaggi si adopereranno spesso per influenzare. Fatti realmente accaduti vengono rivisitati e mescolati ad arte per fare da sfondo alle vicende fittizie di Assassini e Templari.
  • La possibilità di esplorare, grazie alle fenomenali abilità nel parkour dei personaggi, ogni anfratto di luoghi meravigliosi: scalare la Cupola del Brunelleschi, addentrarsi nelle piramidi alla ricerca di tesori, vedere Londra dalla cima del Big Ben. A rendere l’esperienza ancora più realistica è la possibilità di interagire, occasionalmente o con una certa continuità, con importanti personalità storiche: imbattersi in Napoleone Bonaparte, farsi costruire armi da Leonardo da Vinci e cercare di stare al passo con i discorsi di Socrate.
  • Da un punto di vista di gameplay, invece, Assassin’s Creed è sempre stato l’esempio più ovvio di gioco stealth, in cui viene prediletto un approccio più paziente che richiede al giocatore di completare le missioni senza allertare i nemici. Nonostante questa modalità abbia perso l’assoluta predominanza negli ultimi videogiochi resta comunque un elemento connotativo della saga.

Dopo un esordio, col primo Assassin’s Creed, che nonostante le premesse interessanti non riuscì a convincere totalmente critica e pubblico, il successo più che decennale della serie si deve ad Assassin’s Creed II che non solo smussò, per quanto possibile con le passate generazioni di console, gli evidenti problemi di gameplay, ma che introdusse il vero protagonista: il già citato Ezio Auditore da Firenze.

EZIO AUDITORE DA FIRENZE

A più di dieci anni dall’uscita di Assassin’s Creed II si può affermare senza timore che il franchise non sarebbe mai riuscito a raggiungere la fama attuale senza questo secondo capitolo e il suo protagonista. Quindi è doveroso, nell’analisi di questo fenomeno cross-mediale, capire cosa abbia reso i tre videogiochi oggi noti come Ezio’s Trilogy o Ezio’s Collection tanto memorabili.

Il primo fattore, forse il più importante, che rende tanto coinvolgenti Assassin’s Creed II (2009), Assassin’s Creed: Brotherhood (2010)ed Assassin’s Creed: Revelations (2011)è il tempo.
La storia di Ezio non si espande lungo un breve e riassuntivo arco di tempo, ma fa della caratterizzazione del personaggio l’elemento di spicco, puntando tutto sull’immedesimazione del videogiocatore, che costruisce un rapporto solidissimo col personaggio.

I tre videogiochi seguono Ezio per più di quarant’anni, dal 1474 al 1514.
Facciamo la sua conoscenza quando è un ricco rampollo di famiglia, un po’ sbruffone, sempre pronto a far baruffa, un’adolescente che deve ancora capire tutto del mondo e che all’improvviso si ritrova scaraventato in un conflitto di cui fino a pochi istanti prima non conosceva neanche l’esistenza. Lo vediamo arrancare quando gli si spalancano davanti le porte della Confraternita, percorriamo i suoi passi mentre è un giovane Iniziato fino ai suoi successi come Mentore e quando alla fine lo lasciamo andare, con le rughe e i capelli grigi, ma con lo stesso sorriso un po’ sbruffone, è un po’ come dire addio a un amico.

Il contesto storico in cui la storia si inserisce è altrettanto fondamentale per il successo della trilogia di Ezio. Nei suoi panni percorriamo la Firenze e la Venezia rinascimentali, tra Santa Maria del Fiore e Palazzo Ducale; poi Roma, durante il pontificato di Alessandro VI, e infine Costantinopoli all’inizio del XVI secolo. Conversiamo con Caterina Sforza, osserviamo Leonardo dipingere, critichiamo la società con Machiavelli, durante tutta la durata del videogioco ci sentiamo parte di una comunità che vede un susseguirsi di transizioni, diventiamo parte integrante degli avvenimenti storici, quasi come se avessimo la capacità di manipolare il passato.

Certo, anche altri titoli della saga si sviluppano secondo lo stesso principio, ma sono stati Ezio e la sua storia a dare forma tanto stabile a uno schema che poi sarebbe stato replicato ancora e ancora.

L’AMPLIAMENTO DEL FRANCHISE, OLTRE I VIDEOGIOCHI

Il successo di Assassin’s Creed II ha generato enormi sviluppi nel futuro della serie, primo fra tutti un ampliamento cross-mediale che ha portato il videogioco a essere declinato in un’incredibile varietà di sbocchi mediatici.

La prima novità introdotta sono stati i libri: all’uscita di un nuovo capitolo della saga si accompagna l’arrivo nella libreria di un romanzo, la cui trama può variare da un ampliamento dei fatti narrati nel videogioco a una sorta di spin-off che aggiunge materiale inedito su alcuni personaggi.

A partire dallo stesso periodo si sono aggiunti videogiochi minori, come i prodotti sviluppati appositamente per i cellulari o spin-off dal budget inferiore, pensati per console come il Nintendo o avventure di genere platform.

Contemporaneamente, è cominciato lo sviluppo di diversi fumetti che introducono nuovi personaggi, spesso estranei alle vicende dei videogiochi principali, e dagli stili incredibilmente variegati che fungono da vetrine per una lunga sfilza di artisti. Nel 2013 è stato perfino pubblicato un manga.

Lontani dal semplice ruolo di filler, tutti questi prodotti ampliano la storia della Confraternita degli Assassini, tenendo allo stesso tempo alta l’attenzione dei fan che attendono nuove avventure su console e pc.

Tutti legati alla Trilogia di Ezio, invece, i tre cortometraggi realizzati tra il 2009 e il 2011, che fungono da sequel e prequel della storia del personaggio – due dei quali, Lineage e Embers, reperibili su YouTube.

È del 2016, invece, il lungometraggio omonimo con protagonisti Michael Fassbender, Marion Cotillard e Jeremy Irons. Storia dal contenuto originale, ambientata nello stesso universo dei videogiochi, non riesce però a soddisfare pubblico e critica, schiacciata dalla necessità di far confluire ben troppe premesse in un breve lasso di tempo.

GLI SVILUPPI RECENTI, LE CRITICHE DEI PURISTI E IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTAZIONE

Il successo di Ubisoft, dovuto all’unanimità di consensi che distingueva i primi capitoli della saga, è andato ben presto a scontrarsi dapprima con le difficoltà nello svecchiarsi, giustificata dalla paura di mandare in fumo anni di lavoro sulla fidelizzazione dei videogiocatori, e poi con una serie di scandali che negli ultimi anni hanno scosso la software house.

Nel 2014 Assassin’s Creed Unity fu largamente criticato per gli enormi problemi riscontrati al lancio e per aver proposto un gameplay che, seppur valido, non riuscì a portare la necessaria innovazione alla serie. Anche il successivo titolo, Assassin’s Creed Syndacate (2015), sebbene considerato migliore rispetto al titolo precedente, non riuscì a portare le novità significative che, dopo nove titoli sviluppati seguendo lo stesso stampo, i fan attendevano da tempo. Viste le opinioni negative Ubisoft, abituata fino a quel punto con la distribuzione di un titolo della saga all’anno, decise di rimandare l’uscita del capitolo successivo per poter consegnare al pubblico qualcosa di nuovo, che riuscisse finalmente a portare dinamiche nuove in una serie che sembrava, ormai, non aver più nulla da raccontare.

È da questa necessità di mutamento e modernizzazione che ha inizio la Saga di Layla Hassan, inaugurata nel 2017 da Assassin’s Creed Origins e seguito da Assassin’s Creed Odyssey (2018).
I cambiamenti apportati, in particolare la lenta virata del videogioco verso un RPG vero e proprio, hanno, com’era possibile prevedere, provocato le critiche dei puristi della saga.

Alla forte opposizione di un bel segmento di pubblico, si sono unite le critiche che accusavano la serie di non dare abbastanza spazio ai personaggi femminili, culminata con lo scoppio di diversi scandali che vanno dalle molestie sul lavoro alla deliberata scelta di spingere i personaggi femminili in un angolo.

Secondo fonti interne, infatti, il Direttore Creativo di Ubisoft sarebbe intervenuto direttamente per ridurre il tempo giocabile nei panni di personaggi femminili e avrebbe imposto di includere la possibilità di giocare con un personaggio maschile in Odyssey, pensato per avere come protagonista una giovane spartana.

È chiaro che Ubisoft sta lavorando per redimersi, ma non si può fare a meno di notare che promozione e merchandising continuano a ruotare intorno alla versione maschile del protagonista.

LE ULTIME NOVITÁ: ASSASSIN’S CREED VALHALLA E UNA SERIE NETFLIX

È proprio in questi giorni che Ubisoft ha rilasciato il dodicesimo capitolo della saga principale: Assassin’s Creed Valhalla. Ambientato nel IX secolo d.C., segue le invasioni dell’Inghilterra da parte dei popoli del Nord. I videogiocatori vestiranno i panni di Eivor che lascia la Norvegia, sua terra d’origine, per seguire il suo clan al sud.

Come nel capitolo precedente, Odyssey (2018), che aveva confermato il nuovo approccio GDR intrapreso in Origins (2017), anche questa volta sarà possibile scegliere il sesso del protagonista senza alcuna conseguenza e influenzare la trama tramite una serie di scelte durante le interazioni con gli altri personaggi.

Contemporaneamente alla finestra di lancio del gioco è arrivata, infine, un’altra notizia, che amplierà ulteriormente il franchise della serie: dopo il successo di The Witcher, Netflix realizzerà un adattamento live-action dei videogiochi, che potrebbe arrivare sulla piattaforma già nel 2022.

Non è stato ancora ufficialmente dichiarato se la serie sarà una storia originale o se si tenterà di trasportare sul piccolo schermo uno dei videogiochi, ma in entrambi i casi saremmo davanti a un altro lavoro che richiederebbe incredibili risorse ma anche dalle immense possibilità.

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