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“MIDNIGHT SUN” – RECENSIONE

written by Arianna Giancola Settembre 30, 2020
Midnight Sun - Copertina

L’abbiamo preso e l’abbiamo letto (divorato in verità).

Misnight Sun è il settimo libro legato alla saga di Twilight. Ai primi quattro volumi ufficiali della saga (Twilight, 2006, New Moon ed Eclipse, 2007, Breaking Down, 2008) si affiancano, infatti, nel 2010 La breve vita di Bree Tanner e nel 2015 Life and Death: Twilight Reimagined (la stessa storia di Twilight ma con i personaggi scambiati di sesso).

Midnight Sun viene pubblicato quindi ben 14 anni dopo l’inizio della saga ma, in realtà, la sua stesura era stata già annunciata nel 2008, dopo la conclusione.
Il romanzo doveva infatti arrivare in un momento in cui “la febbre dei vampiri” era altissima e l’aspettativa dei fan era davvero alle stelle. Forse anche troppo, visto che ci furono delle vere e proprie fughe di notizie – o, meglio, di pagine – tant’è vero che bozze dei primi capitoli cominciarono a circolare ben presto con grande disappunto della Meyer che decise, per il momento, di accantonare il progetto riprendendolo solo ora.

La storia riprende da capo le vicende di Twilight vissute, stavolta, dal punto di vista di Edward Cullen.

La storia è fin troppo conosciuta per richiedere un riassunto, anche a grandi linee, ma in questo romanzo ci sono anche scene inedite, che mostrano qualcosa in più non solo del vampiro più amato dalle adolescenti di tutto il mondo (chi non ha sognato di incontrare il proprio Edward?) e del suo passato, ma anche di altri personaggi che la serie “ufficiale” ha un po’ tralasciato di approfondire.

Tra questi troviamo Emmet e Rosalie, i “fratelli” Cullen più trascurati nel ciclo originale.
Emmet, che era sempre stato presentato come una sorta di bestione tutto muscoli e poco cervello, rivela in queste pagine una profondità di spirito e sentimenti insospettabili. Lo ritroviamo al fianco di Edward in moltissimi casi, anche i più strani, fedele e affezionato, più gentile e delicato di quanto si sarebbe mai potuto sospettare. Sviluppa davvero in fretta un sentimento di protezione fraterno nei confronti di Bella ed è la spalla a cui Edward si appoggia quando non riesce più a fare chiarezza nei propri sentimenti.

Scopriamo anche qualcosa in più di Rosalie. Il personaggio suona ancora più freddo e duro che nella prima versione della storia. Ancora più egoista e incentrato su se stesso.
Eppure – ed è una sensazione forse dovuta al fatto che sappiamo come cambierà nel corso della storia e le sue motivazioni – le scene in cui compare rendono ancora più evidente il dolore mai sopito con cui convive quotidianamente.
Sarà anche che molte di noi hanno letto per la prima volta questa storia da adolescenti e riprenderla adesso, con occhi più maturi, ci permette di considerare con maggiore comprensione il suo sogno negato.

Il personaggio di Edward non si discosta molto da quello che avevamo conosciuto.
Certo, per la prima volta ci ritroviamo ad approfondire le sue motivazioni, ma in tutte le 800 pagine di cui il romanzo è composto quello che resta un punto davvero fisso è la sua completa e assoluta adorazione per Bella.
Per la prima volta, invece, scopriamo l’insicurezza dietro a quei suoi sguardi che fanno saltare i battiti alla giovane umana, la paura costante del rifiuto, tanto più forte quanto più vissuta dall’interno ma, soprattutto, il fatto che alla fine del primo libro il destino della coppia più famosa degli ultimi anni era già deciso.
Su questo non ci dilunghiamo, per non rovinare la sorpresa, ma è davvero uno dei punti più interessanti e meriterebbe una valutazione approfondita.

Nella storia ci sono delle scene davvero molto belle, e anche solo per loro valeva la pena di leggere questo libro.

Ad esempio la scena sul campo di “baseball”, quando arriva il clan di James.
Nella storia originale abbiamo vissuto l’ansia di Bella, la concitazione della fuga e il suo dolore nel dover ferire il padre. Ma dal punto di vista di Edward c’è un intero mondo in più.
Scopriamo per la prima volta il vero potere di Jasper, che anche quando era parte integrante del racconto tendeva a rimanere sullo sfondo, viviamo il panico di Alice, la rabbia di Rosalie e la presenza essenziale di Emmet che senza gli occhi di un vampiro non avremmo mai potuto cogliere.

Altrettanto affascinanti sono la corsa verso la scuola di danza e, soprattutto, il racconto di cosa fa Edward nei tre giorni in cui Bella è in ospedale, priva di sensi.

A livello narrativo, a nostro parere, il racconto non sarebbe all’altezza dell’originale, se non fosse che per ogni battuta conosciuta, per ogni gesto familiare, nella mente del lettore risuona come un contrappunto il testo di Twilight, i pensieri e le reazioni di Bella.
È come se si componesse davvero una musica, con canto e controcanto, per cui non si può fare a meno di rimanere affascinati e avvinti.
Lo stile, poi, è assolutamente impeccabile e abbiamo trovato che fosse impossibile fermarsi: conoscevamo già la storia a memoria, sapevamo in ogni istante quello che sarebbe accaduto, ma non siamo riusciti a interrompere prima di aver completato la lettura di tutte le 800 pagine.

Insomma, non è un romanzo che consiglieremmo a chiunque, specie perché non ha la potenza e l’originalità del testo da cui deriva, ma se avete amato Twilight decisamente non potrete fare a meno di averlo nella vostra libreria, perché vi darà la stessa sensazione che prova Bella in Breaking Down quando torna alla villa dopo essere stata da J. Jenks: vi darà l’impressione che qualcuno vi stia dando il “Bentornato a casa”.

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